giovedì 29 dicembre 2016

I DOLORI DEL GIOVANE JÖRG

  C'è qualcuno che non dorme.
  Pensieri molesti: dove ho sbagliato? Cosa avrei potuto fare?
  Non è senso di colpa, la coscienza s'è inossidabilizzata in decenni di dissimulazioni; piuttosto, rammarico per aver dato tutto: posizione, credibilità, relazioni ad un partner che ora, volubile, non l'apprezza più.
  Chi è? Un amante tradito? Ma no!
  È il komunista più amato sul Potomac.
  Per assecondare i disegni imperiali ha rinunciato alle posizioni del suo partito ed ha contribuito a traghettarlo dall'area della difesa del lavoro a quella degli interessi finanziari; ha svilito il suo Paese, già poco sovrano, rendendolo di fatto una colonia; si è accomodato ad essere il subalterno del viceré teutonico in ottemperanza degli interessi strategici atlantici; inoltre il popolo non l'ha capito votando massicciamente contro il vile progetto; se questo non bastasse, il padrone yankee comincia ad essere insofferente per il mostruoso surplus commerciale tedesco, 75 mld di dollari verso gli USA e 50 mld verso l'Inghilterra.
  Quindi lui, obbediente e ligio verso l'alto, insensibile e determinato verso il basso, si trova a dover rimettere a punto il suo sistema di coordinate valoriali.
Il popolo lo schifa, l'ex premier trombato lo odia, i padroni imperiali lo guardano con insofferenza, oltremanica vivono con fastidio gli attuali equilibri che lui tanto ha contribuito a consolidare.
  Gli unici che potrebbero essere riconoscenti sono Anghelona e co. ma hanno i loro problemi: le banche che scricchiolano, gli ex amici che si incazzano, la povertà che aumenta, la volontà di spremerci ancora un po' (il risparmio di noi formichine italiane fa gola...) e il NO al 60%.
  Insomma forse una casetta in Mecklenburg-Vorpommern a Neapolitanischen gliela rimedieranno, purché segua l'esempio di Ratzinger.

giovedì 22 dicembre 2016

QUINTUM NON DATUR

   Puoi essere contrario all'euro perché liberale, keynesiano o marxista.

   O favorevole perché ti conviene.
 

mercoledì 21 dicembre 2016

RESETTARE PER PIACERE

  Un paio di settimane sono passate, poco più.
 
  Le analisi a caldo e a tiepido, quelle elastiche, le trionfanti e le mimetiche, le livorose e le vittoriose sono decantate.
 
  Resettare per piacere.
 
  Abbiamo scongiurato per una fortunata congiunzione di consapevolezza (minoritaria), disagio, calcolo vendicativo ma anche crassa supponenza e sciocca sopravvalutazione del proprio potere un micidiale colpo basso.
 
  Non abbiamo vinto.
 
  Abbiamo chiesto al baro di cambiar mazzo, lui ha gettato il vecchio e ne ha scellofanato un altro altrettanto truccato, tanto, pensa -'sti coglioni mica lo capiscono subito- l'importante è durare...
 
  ... ancora un po'... un'altra limata ai risparmi, un'altra mensilità agli appannaggi, un'altra tranche di interessi, un'altra vagonata di valorosi da cedere gratis ai padroni oltralpe: piccolo cabotaggio corsaro all'ombra dei grandi pirati cosmopoliti da cui hanno avuto la patente.

  Abbiamo chiesto non la santificazione di un pezzo di carta ma il rispetto di un contratto sociale.
 
  Non si può fare? Non ci sono alternative? Cazzate!
 
  La maggioranza di questo Paese, senza giornali e TV, senza sicurezza del domani, rinunciando alla salute, raccattando lavoricchi, rimandando la genitorialità (a questo servono gli immigrati: a turare buchi) ha detto che quel contratto sociale è bello e valido.
 
  È ora di pretenderlo.

martedì 20 dicembre 2016

IL CONFRONTO È BELLO

  Se io ho un'idea e tu un'altra, se ci confrontiamo, avremo due idee ugnuno.
Cazzate!
 
  Se io ho un'idea e tu una stronzata, confrontarle mi farà perdere tempo e tranquillità e poi io resterò con la mia idea e tu con la tua stronzata.
Chi decide fra idea e stronzata? I fatti.
 
  Come mai questo pessimismo dialettico?
 
  Sono quattro anni che, fatta una intima e motivata autocritica, liberatoria e gratificante, cerco di indurre lo stesso processo in chi mi capita di avvicinare.
Fatica improba: quelli che si convincono e onestamente ammettono i loro precedenti abbagli sono pochissimi e per questo tanto più apprezzabili; poi ci sono quelli che impercettibilmente cambiano parere approdando a più documentati lidi ma lo fanno in silenzio imputando questo loro ravvedimento, forse, al mutare dello zodiaco; infine ci sono quelli, i più, che non vogliono capire, per fiducia mal riposta, convenienza, malafede.
 
  Ai fiduciosi piddini è inutile dire -il PD ti sta fregando- come a un credente è inutile dire che il suo dio non esiste, o quanto meno esiste come tutti quegli altri: sguardo stralunato ed anatema! A quelli a cui conviene non puoi chiedere l'atto eroico di rinunciare al culo al caldo, forse quando li metteranno a sedere sul davanzale... Con quelli in malafede non si parla: il tempo che resta da vivere è breve.
 
  Quindi da oggi chiunque difende l'indegno, ripete motivazioni fruste e false, in pratica non vuole-può-sa ascoltare verrà zittito. Si tratta di bonifica ambientale.
 
  Il tempo è poco e la pazienza finita.

lunedì 12 dicembre 2016

CORNER !

  Molti sono indignati per il renzibis tramite Gentiloni.

  Il 60% ha votato NO a diverse cose, esplicite ed implicite:
- no alla modifica costituzionale che trasferiva ulteriore sovranità all'UE e discrezionalità all'esecutivo;
- no alla lunga crisi economica;
- no alle continue bugie degli ultimi governi, la ripresa, la ripartenza, la crescita, ecc.;
- no a Renzi in quanto Renzi;
- no al governo, sperando di meglio posizionarsi in vista delle auspicabili elezioni.


  Il NO non è stata una vittoria decisiva: s'è solo messo in angolo un tiraccio in porta.


  La partita continua, i giocatori sono gli stessi, gli allenatori a Bruxelles, Francoforte e Washington anche.


  I nostri mi paiono un po' disorientati, ci vorrebbe un'assemblea di spogliatoio.


  Intanto il pubblico rumoreggia...

martedì 29 novembre 2016

SOGNI E INCUBI

  Ho un sogno: il Presidente Renzi fa un discorso ufficiale a reti unificate.

  -Concittadine, Concittadini, a poche ore dal voto referendario vi chiedo di dimenticare le contrapposizioni e le asprezze della campagna elettorale, il momento è solenne e merita la massima unità del Paese.
Pertanto per uscire dal ginepraio in cui ci hanno ridotto i costituzionalisti, i tecnici, i giornalisti, i testimonial e i cantautori vi chiedo di ritornare alle parole della guida inarrivabile di questo Paese, colui che da quasi sessantacinque anni rappresenta il popolo italiano come deputato, Presidente della Camera, Presidente della Repubblica per ben due volte, caso unico nella storia repubblicana, e infine senatore a vita
Ebbene il 13-12-1978 il Presidente emerito, allora capogruppo del PCI alla Camera, fece un discorso memorabile (googlare per credere) che spazza ogni incertezza e disinformazione; la sostanza è che il progetto euro-peo contrasta col benessere dei cittadini italiani, con le loro attività economiche e, infine, con la democrazia.
Quindi rifacendomi a tanta esperienza e saggezza vi chiedo di respingere le proposte di modifica referendaria e di salvaguardare in tal modo quel che resta della Costituzione del '48.
Appena superato questo scoglio mi impegno a mondare la legge fondamentale di una macchia incautamente inserita dai miei predecessori e rispondente alle richieste dei poteri esogeni vituperati dal Presidente emerito: il pareggio di bilancio, vero abominio economico e sintomo di schizofrenia giuridica.
Confidando che queste mie parole non vi gettino nello sconforto ma anzi rasserenino il vostro futuro a cui spero di provvedere a lungo e comunque fino a quando mi vorrete, auguro a tutti voi una buona serata con un film di Stanlio e Ollio.-

  Qui mi sveglio e continua l'incubo...

venerdì 25 novembre 2016

BRUNETTA E FASSINO

  Sono sgomento constatando come persone giovani, intelligenti e attive abbiano deciso di votare SI al referendum.

  Come ci si forma un'opinione? Si confronta la realtà con l'esperienza mediata dalla cultura.

  Come si valuta questo referendum? Si analizza la situazione attuale, la si  raffronta con la proposta e si giudica il risultato. Se per me è negativo e per un altro positivo è nelle premesse che vanno cercate le differenze.

  Premessa a) la Costituzione è vecchia, farraginosa, serve più governance per snellire l'iter legislativo e prendere rapidamente le decisioni necessarie;  siamo in un periodo di crisi, dobbiamo tagliare i costi inutili.

  Premessa b) la Costituzione è la legge principale dello stato, va scritta o modificata con la partecipazione di tutte le parti sociali, non da una minoranza numerica assurta a maggioranza grazie alla legge elettorale; la crisi che viviamo da anni non dipende da vizi personali dei cittadini o impedimenti a governare ma dall'attuazione di un modello economico eterodiretto funzionale ad alcuni e dannoso per altri.

  Le due posizioni sono incompatibili e vanno conosciute.

  La Costituzione è vecchia? Sicuramente è adatta ad un paese diverso dall'attuale; le modifiche miglioreranno la governance? Concentreranno le decisioni, o meglio renderanno le ratifiche alle decisioni esogene più rapide; i risparmi sono esigui, altrove si risparmierebbe di più. Le differenze maggiori riguardano l'origine della crisi: è ormai chiaro che l'euro-pa è asimmetrica, l'egemonia tedesca ha plasmato le regole comunitarie a suo esclusivo vantaggio, resta il sogno degli speranzosi di poter modificare la direzione dei binari col treno in corsa: illusione; i tedeschi non vogliono e le modifiche introducono in Costituzione appunto l'osservanza delle direttive euro-pee. Lo strumento di questa asimmetria, che collide col buon senso, con l'interesse di tutti e con le leggi del mercato, è la moneta unica: troppo leggera per i nordici che ne traggono un vantaggio competitivo e troppo pesante per i mediterranei. Piombo nelle ali.

  Qui dobbiamo approfondire: per comprendere cosa è accaduto e liberarci da voli pindarici per conto terzi bisogna affrontare l'argomento tecnicamente: non basta aver visto una corsa automobilistica per saper guidare l'auto. Una moneta è come un metro, fare un passo di un metro è diverso per Brunetta o Fassino, la distanza è la stessa, le gambe no; non è questione di buona volontà. A nessuno verrebbe in mente di far condurre una portantina ai due citati camminatori.

  Poi ci sono quelli che dall'attuale situazione stanno guadagnando...



   

giovedì 3 novembre 2016

ECONOMIA, SOCIOLOGIA, STORIA

  Leggo accorati interventi a favore dell'immigrazione.

  Il sentimento diffuso è la solidarietà per chi è disagiato.

  Gli estensori mostrano umanitarismo catto-sinistrista: stanno male, siamo parte della stessa umanità, siamo più ricchi di loro, dobbiamo condividere ciò che abbiamo.

  Però manifestano anche qualche lacuna economica, sociologica, storica.

  Cominciamo con l'economia, tutto cominciò con la liberalizzazione della circolazione dei capitali, delle merci e delle persone. Che figata: posso andare a Lisbona per il weekend senza restrizioni! Caspita! Al ritorno la ditta ha chiuso e si è trasferita in Romania; potrei fare l'imbianchino come quando studiavo, per arrotondare, ma un africano imbianca a metà prezzo e non ci campo, d'altronde l'africano è scappato dalla fame conseguente all'esproprio del suo campicello ad opera di una qualche entità economica sovranazionale, magari la stessa che mi dava da lavorare qui...

  Integrare un immigrato fra cento autoctoni volenterosi è semplice, integrarne mille fra centomila diventa un ghetto: la quantità è qualità e qui siamo alla sociologia.


  Se avessimo più memoria o quel giorno fossimo stati in classe ci ricorderemmo dei Goti e di Adrianopoli: le immigrazioni o le gestiamo o ci travolgono; e anche la storia è servita.


  Vi pare drastico?


  Quando non esisteremo più come consesso civile perché incattiviti ci guarderemo in cagnesco odiando chi sta meglio perché sta meglio e chi sta peggio perché ci toglie qualcosa pensate che vorremo ancora aiutare qualcuno?


  Intanto la solita entità economica starà estraendo tutto il valore possibile dal nostro povero lavoro e da quello del povero africano.

mercoledì 2 novembre 2016

LA FUNE IMMAGINARIA

  Immaginate di trovarvi in un bel campo erboso con al centro una pianta isolata, quercia, olmo, pino, faggio o frassino è lo stesso; se avete poca dimestichezza con le piante potete immaginare anche un palo del telefono... poi immaginate di procurarvi una fune che legherete fermamente alla pianta, l'altro capo ve lo legherete in vita, la lunghezza sia tale che non ci siano ostacoli fra voi e la pianta quando la fune sia tesa. Ora cominciate a camminare, il senso, orario o antiorario non conta, percorrerete un tragitto circolare, ma attenzione: ad ogni giro la fune si avvolgerà al tronco, la fune si accorcerà e voi camminerete sempre di meno percorrendo una spirale che si ridurrà progressivamente. Alla fine vi troverete con la fune completamente avvolta e voi aderenti al tronco. Immobilizzati.

   Questa è la politica economica dell'austerità imposta dall'euro-pa: da trent'anni lo stato spende meno di quanto incassa in tasse, questo porta alla morte del Paese.


   Meglio non avere immaginazione o votare NO?


   (Sappiate che la riforma costituzionale proposta sancisce quella politica economica)

venerdì 30 settembre 2016

LA CUCINA ECONOMICA 2

  Frittelle di pesce.

  -Preparare una pastella con 300 g. di farina, 1/2 cubetto di lievito di birra, 1/2 cucchiaino di sale, la metà di zucchero, acqua minerale gassata;
  -Se la somma dei saldi dei tre settori è 0, i singoli settori non possono essere tutti in attivo o passivo, il debito di uno è l'attivo di un altro;
  -mentre la pastella lievita, fate a dadini da 1/2 cm. 500 g. di filetti di pesce a piacere, io ho usato gli sgombri;
  -il fiscal compact impone il pareggio nel bilancio pubblico, quindi questo settore non può avere attivo;
  -incorporate il pesce nella pastella e fatela rilievitare;
  -nel settore privato nessuno può creare nuovo denaro, cioè ricchezza finanziaria, le banche lo fanno ma i prestiti devono rientrare;
  -cuocete in olio di arachide, le frittelle devono avere un diametro di circa 5 cm.;
  -l'unico saldo attivo può essere quello estero, cioè esportazioni maggiori delle importazioni;
  -aggiungete una spolveratina di pepe.
  -per farlo bisogna aumentare la competitività, cioè fare investimenti o abbassare il costo del lavoro.

  Segue alla prossima ricetta...
 

martedì 27 settembre 2016

LA CUCINA ECONOMICA

  Minestra di fave secche.

  -Mettere a bagno per 12 ore 400 g. di favetta;
  -I saldi settoriali sono una rappresentazione della contabilità nazionale;
  -fare un battuto di pancetta, aglio e rosmarino, però se preferite cipolla e
   salvia o altro, de gustibus...
  -sono tre: quello governativo o pubblico, quello privato e quello estero;
  -scaldare il battuto, aggiungere le fave ammollate, scolate e sciacquate;
  -ogni settore ha entrate e uscite, il saldo per settore può essere positivo o
   negativo;
  -coprire d'acqua bollente e cuocere per due ore o per 45 minuti a pressione;
  -per il governativo: tasse e spesa pubblica;
  -aggiustare l'acqua e il sale, se serve una botta di mixer;
  -per il privato, cioè famiglie, aziende e banche: risparmi e investimenti;
  -aggiungere 120 g. di spaghetti spezzati a 2-3 cm;
  -per l'estero: esportazioni e importazioni;
  -mettere nei piatti e lasciare intiepidire;
  -la somma dei saldi dei tre settori è sempre uguale a zero (Wynne Godley);

  Segue alla prossima ricetta...

BATTAGLIA NAVALE

  Stamane in piscina ostentavo il mio costume tricolore della nazionale, indegnamente indossato.

  Il piddino natante mi fa: -italiano eh?- io zitto.

  Più tardi riprendendo fiato gli dico: -vedi, per tutta la vita sono stato lottadiclasseeinternazionalismoproletario, ma oggi l'internazionalismo è della finanza che sta vincendo la lotta di classe quindi l'unica difesa per tipi come noi è la salvaguardia della sovranità nazionale e della Costituzione.

  Il mio costume è un segno di protesta-.

  Lui: -c'hai ragione-.

  Colpito e affondato.

giovedì 18 agosto 2016

LA FEDE

   La fede è una buona cosa, l'umanità l'ha sempre avuta quindi è naturale così.

   La fede unisce i fedeli in una comunità che osserva una legge superiore, non come quelle umane che nascono fra disagi, dissapori, dissidi.

   La fede indica ad ognuno la strada già aperta, quella ricevuta dai saggi del passato ed accettata acriticamente.

   La fede supera la ragione perché dà certezze, non serve porsi domande, se lo si fa non si è buoni fedeli ma si passa fra gli eretici; una volta li bruciavano, oggi nella cultura dello spettacolo, vengono seppelliti vivi... nel silenzio dell'oblio.

   La fede forgia le coscienze dall'interno: se si ha qualche dubbio davanti alla legge superiore, ci si sente incompleti ed impuri, si espia colla penitenza, coll'obbedienza, coll'omologazione.


   La fede è il modo migliore per avere il popolo docile o feroce secondo i bisogni.


   La fede è una gran cosa.


   Chiunque comandi lo sa.

lunedì 15 agosto 2016

  I 5* non sono un movimento ma una sommatoria.

  Ho avuto a che fare con tre tipi di militanti, ma forse ce n'è di più: gli studiosi, i moralisti e i religiosi.

  Coi primi mi ci trovo, diamo più o meno le stesse risposte alle questioni, coi moralisti mi ci incazzo, io chiamo a quadri e loro rispondono a fiori, coi religiosi non c'è dialogo.

   I 5* ambiscono ad essere gli interpreti del cambiamento virtuoso di questo paese e sono ubiquitari ma poiché io non riuscirò mai mandare affanculo i loro moralisti e religiosi prego gli studiosi di farlo loro (ma forse già lo stanno facendo...).

  Al di là delle battute: è impossibile qualificare un grillino solo come grillino.

domenica 14 agosto 2016

POLEMICHE FERRAGOSTANE

 https://www.facebook.com/mario.fiorentino.58/posts/10207236998828101

  Lettera aperta ai grillini sintonizzati.

   Vi prego, vi imploro, studiate! Lasciate perdere le cazzate tipo casta, tagli e onestà. Un ignorante onesto fa gli stessi danni di uno furbo, anzi forse di più perché il furbo è anche scaltro.

   Andate alla radice del problema: chiunque governi secondo le regole dei trattati euro-pei non può che far fallire l'Italia, perché i trattati sono fatti per questo.

   Prima di scagliarvi contro chi vi critica cercate di capire le critiche, che non sono rivolte a voi in quanto militanti ma a chi al vostro interno le cose le sa e non ve le dice.

   Se poi non le sa è anche peggio!


 https://www.facebook.com/mario.fiorentino.58/posts/10207237608683347

   Stamane due chiacchiere con un PDino doc.
   Sa di sapere.
   Non sa cosa fare.

   Annaspare.


 https://www.facebook.com/mario.fiorentino.58/posts/10207238306300787

   Quindi il premier in pectore Di Maio fa il giro delle sette chiese per farsi un selfie coi sette sacrestani rassicurando i sette curati mentre pratica la doppiezza togliattiana. Il migliore si trovò ad essere keynesiano (magari non volendolo).
Speriamo anche Di Maio.

   Intanto Di Battista fa il poliziotto buono.


 https://www.facebook.com/mario.fiorentino.58/posts/10207245884450236

  Che senso ha infierire contro chi è già stato condannato dalla Storia?
Semmai possiamo osservarne il percorso per individuarne i passi falsi. Nel caso dei partiti al governo negli ultimi decenni la colpa maggiore è stata la doppiezza: proclamare una cosa e farne un'altra pensando che "il popolo non avrebbe capito" cioè ingabbiarci nella moneta unica conoscendone i pericoli ma celandoli.

   Lo stesso limite vedo nell'astro nascente: posizioni ambigue, dichiarazioni discordanti, "relazioni pericolose", doppio binario fra base e vertice.
Mi ricorda il vecchio PCI: rivoluzionario a parole e keynesiano nei fatti.

   Vedremo se 5* sarà conformista a parole e keynesiano in pratica (come pare voglia la base).


 https://www.facebook.com/mario.fiorentino.58/posts/10207246515546013
 
  Nel III secolo a.C. Eratostene misurò il raggio terrestre con grande precisione ma l'opinione che la terra fosse piatta sopravvisse a lungo.

   Nel 1961 Robert Mundell elaborò la teoria delle aree valutarie ottimali che gli valse il Nobel nel 1999. In base a tale studio l'euro-pa non è un'area valutaria ottimale, però l'euro l'hanno fatto lo stesso e ora, sulla nostra pelle, stiamo sperimentando che non funziona.

   Non vorrei che in base al principio che tutte le opinioni sono legittime oggi ancora crediate che l'euro sia una buona cosa, potreste cascare nel vuoto appena usciti dallo stretto di Gibilterra...

martedì 2 agosto 2016

UN ALTRO DUE D'AGOSTO

  Il due d'agosto di trentasei anni fa morivano ottantacinque innocenti e il sistema nervoso della politica italiana.

  Il PCI, che col suo impianto moderato aveva contribuito alla realizzazione del sistema economico keynesiano sancito dalla Costituzione, rimaneva come semplice simulacro.
 
  La devitalizzazione fu fatta col tritolo.
 
  Alcuni nervetti periferici continuarono a fibrillare ancora per un po' poi anche loro rimasero inerti, figurine caparbie e patetiche di un mondo che fu e che non riuscì a rinnovarsi, restò anche una massa di cittadini senza rappresentanza, incapaci, senza un centro di elaborazione dei fatti, di individuare non solo l'antagonista ma anche i parametri per valutarlo.
 
  Se non si capiscono le cause e le conseguenze di quella morte politica anche tutte quelle che sono seguite, suicidi per disperazione o vergogna, restano fatti di cronaca, spesso silenziati, senza spessore politico.
 
  Sarebbe ora di uscire dalle commemorazioni smemorate o strabiche per valutare cosa è cambiato in questi trentasei anni, chi ha guadagnato e chi perso.
 
  Magari ci si troverebbe più d'accordo con un vecchio arnese della prima repubblica che con un PDino lustro e plastificato. Basterebbe allontanarsi dal contingente, cancellare il chiacchiericcio, dimenticare le usate categorie.
 
  Dobbiamo ritornare nel vecchio "arco costituzionale" e da li scoprire, con chi ha memoria e coraggio, che la Costituzione è la carta della nostra libertà, tra l'altro mai applicata in toto.

sabato 30 luglio 2016

La spazzatura di Zucconi

  Zucconi (nomen omen) spaccia monti di spazzatura d'annata per produzione attuale romana.

   Non amo particolarmente i grillini come categoria, alcuni li stimo, altri no, però prima di gettare una falsa e pretestuosa croce addosso alla neo sindaca aspetterei che facesse qualcosa...

   Ma parliamo dei PDini, ci si domanda: ma quelli in alto sono cretini o disonesti? Io credo che siano disperati: hanno legato le loro fortune all'accettazione acritica di un progetto tecnicamente insostenibile (che lo fosse lo sapevano da decenni) e l'hanno trasformato un una bandiera diventata una trincea da difendere all'ultimo sangue.

   Che il sangue sia il nostro li trasforma da disperati da compatire a sordidi cialtroni.


   Comprendo le difficoltà, prima di tutto morali, di dire: -ci siamo sbagliati-, qualcuno l'ha fatto ed ha preso la porta, ci sono però anche le rinunce materiali: ritornare all'essere nessuno, a dover lavorare per vivere, in pratica ad essere come noi.


   È difficile ma è anche il salto fra l'ignominia e il perdono (dopo essersi levati dai coglioni).

giovedì 19 maggio 2016

DATEMI UNA BIRRA

  Durante un viaggio in Teutonia, gustai un'ottima birra, un tallero al boccale. Tornato a casa la ricercai e trovai un birrivendolo che ne era provvisto: due fiorini al boccale. La ribevvi felice e sparsi la voce fra gli amici birrivori tanto che in breve tempo il birrivendolo rimase sprovvisto. Sollecitato dai consumatori entusiasti si apprestò al viaggio di rifornimento non prima di essere andato dal cambiavalute per convertire i fiorini in talleri da corrispondere al birraio teutonico. La cosa andò bene, la birra era buona, il prezzo equo, i bevitori erano soddisfatti e ancor più il birrivendolo locale e il birraio teutonico che aveva aumentato produzione e guadagno.

  Lo stesso accadde in tutto il paese finché in preparazione dei viaggi successivi successe una cosa strana: il cambiavalute aveva finito i talleri e senza quelli niente birra! Chiedeva più di due fiorini per tallero: il 5%, 2,1 fiorini, poi il 10%, 2,2 fiorini, poi il 25%, 2,5 fiorini; diceva che non ne circolavano più tanti: erano rientrati quasi tutti in Teutonia e quindi il loro prezzo era salito. A quel prezzo la birra teutonica non era più così conveniente e i consumatori ritornarono alla birra locale che oltretutto, meno richiesta, era anche calata di prezzo.

  Successe anche un'altra cosa: il birraio teutonico, dopo aver incrementato impianti ed operai, si ritrovò sul gobbo un magazzino pieno d'orzo e di birra invenduta. Messo alle strette, licenziò due garzoni , rivendette l'orzo ad un allevatore e calò i prezzi: 80 centesimi di tallero al boccale e le vendite ripartirono finché non si stabilizzarono alle quantità ed ai prezzi precedenti.

  Finita qui? No. Al birraio teutonico venne un'idea: propose l'unificazione delle due monete. Basta col tallero e il fiorino, basta col cambiavalute, solo il tallerino il cui valore era la media del valore di tutti i talleri e di tutti i fiorini esistenti. A questo punto un boccale costava 1,5 tallerini sia in Teutonia che nel nostro paese, il prezzo era equo e i consumi di birra teutonica ripartirono allegramente inoltre, avendo tutti la stessa moneta, il denaro non scarseggiava.

  Dopo qualche anno non si beveva che birra teutonica; coi guadagni accumulati il biraio si comprò anche le birreriette locali, trasformandole in punti di magazzinaggio e vendita della sua birra. I guadagni si accumulavano in Teutonia mentre da noi diminuivano i tallerini circolanti che andavano tutti là,  i birrai locali rimasero senza lavoro.

  Finita qui? No. Se i consumi locali calavano, quelli in Teutonia non erano mai cresciuti; il birraio non prosperava più ma diede la colpa a noi cialtroni che, oltre a non saper lavorare come lui, avevamo sprecato i soldi e non compravamo più la sua birra nonostante i suoi sforzi per mantenere il prezzo basso, infatti aveva licenziato i suoi vecchi operai ed assunto degli immigrati valacchi...

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