Comincia timidamente a sussurrare, a sinistra, il dibattito sull'uscita dall'euro.
A destra è un fiume in piena in Francia; un torrentello in Germania; una fogna in Grecia; da noi è un meandro.
La sinistra all'estero ne parla da mesi o anni, per esempio, in Germania Lafontaine, in Francia Sapir, gente di spessore; da noi qualche professore intollerante alle panzane, affetto da sincerità patologica e indifferente alla convenienza (economica) personale.
Cari politici (mi vien da ridere) sembrerebbe una consolatoria par condicio: se ne parla di qua, se ne parla di la; uscire da destra, uscire da sinistra, far pagare l'operazione ai privilegiati ed alle loro banche o farla pagare ai succubi col reddito fisso o senza reddito. Sembra diciate "ci stiamo ragionando".
Il fatto è che finché se ne parla e basta gli effetti perversi dell'euro li pagano i soliti nel solito modo: salari che calano, disoccupazione che aumenta, giovani senza futuro, aziende in crisi; senza contare i tagli ai servizi sociali e pubblici.
Aspettare Godot non è la risposta ma l'agonia.
Ma vi ricorderemo nelle nostre invocazioni...
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