Non voglio fare il solito veteroilluminista ma quel che si butta dalla porta rientra dalla finestra.
Viviamo in una società consumista, chi può e chi vorrebbe; edonista, che promette felicità mercantili che non mantiene; libertaria, che si scanna per diritti cosmetici che sarebbero indiscutibili in qualsiasi paese civile, superati lievi ostacoli come disoccupazione, povertà e fame; abbiamo una miriade di canali televisivi che sono cloache di disinformazione; una pletora di partiti che non progettano ma occupano, e chi non ci sta viene smobilitato; l'etica e la morale sono optional relegati alle pagine culturali; la religione si nutre di simboli, sogni e immagini pubblicitarie, ma siamo intelligentemente scettici e ormai anche qui vige il faidaté.
La potente macchina del consenso che uniformava pensieri ed azioni dei succubi ha cambiato macchinista: siamo passati da una vita grama ma con un paradiso nel futuro ad una vita grama ma una ripresa economica nel futuro.
Mi spiego solo con questa pervicace credulità nell'incredibile l'acquiescenza dei miei concittadini verso un sistema economico che ha fatto della loro spoliazione il fine ultimo.
Anche penitenziagite è troppo: penitenza e basta!
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