Nel congedarsi dalla madre per sottrarsi alla legge, dopo un viaggio sfibrante, scacciati da una terra non più loro, alla ricerca di un futuro migliore, promette:
"... io ci sarò sempre, nascosto e dappertutto... dove c'è qualcuno che lotta per dare da mangiare a chi ha fame... dove c'è uno sbirro che picchia qualcuno... sarò negli urli di quelli che si ribellano... e nelle risate dei bambini quando hanno fame e sanno che la minestra è pronta. E quando la nostra gente mangerà le cose che ha coltivato e vivrà nelle case che ha costruito..." (Furore, Steinbeck).
Questa è la condizione dei diseredati della grande depressione del '29, questo è l'ideale degli euroliberisti di oggi: uno stato di bisogno annichilente che plasmi l'umanità nella sua forma più grezza: una massa di proletari senza forma e progetto prona ai bisogni del capitale.
Allora se ne uscì col terrore che Marx attecchisse fuori dalla Russia, col buonsenso dei riformisti, con l'attuazione dello stato sociale, con la regolamentazione della finanza e... con una guerra.
E oggi? Abbiamo inventato qualche millennio fa la scrittura per non dimenticare, quindi non sono i mezzi che mancano.
Credo che la prossima rivoluzione sarà quella della comunicazione: far giungere la storia ovunque; se poi non starà bene all'1% che ora informa, beh, non si può essere simpatico a tutti!
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