Di fronte ad un panorama di macerie, di promesse tradite, di tremors minacciosi ci si deve sforzare di capire. Gli aspetti sono tanti, le sensibilità svariate, i ripensamenti dolorosi.
Nessuno in redazione arriva però alla cosa più semplice, più tecnica e meno politica: se dai a Paesi diversi la stessa moneta aumenti il divario e non lo diminuisci. Gli studi sull'argomento sono tanti e di ogni tendenza, segno che non si tratta di un'opinione, come la legge di gravità non lo è, ma, appunto di una legge economica; che può essere contraddetta a determinate condizioni che sono, queste si, politiche: vanno fatte delle scelte per graduare, mitigare o addirittura invertire quello che NATURALMENTE avverrebbe allo stato brado.
Se a qualcuno interessa, la letteratura in proposito è ricca, suggerisco come ottima sintesi "Il tramonto dell'euro" di A. Bagnai.
Ma per farla semplice basta un esempio: come mai ciclisti diversi usano rapporti diversi per fare lo stesso percorso? Perché il cambio è quell'artificio tecnico che STA FRA la forza esercitata dal ciclista, con le sue peculiari caratteristiche biochimiche, e il lavoro da compiere. A nessun direttore tecnico verrebbe in mente di dare alla sua squadra biciclette identiche, sarebbe un suicidio sportivo.
Ogni Paese ha le sue caratteristiche, sociali, economiche, storiche.
O li pialliamo.
O li valorizziamo, ma non con la stessa moneta.
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