domenica 22 dicembre 2013

Nuovo corso al manifesto?

  Hanno capito che qualcosa non va ma non cosa.


  Di fronte ad un panorama di macerie, di promesse tradite, di tremors minacciosi ci si deve sforzare di capire. Gli aspetti sono tanti, le sensibilità svariate, i ripensamenti dolorosi.

  Nessuno in redazione arriva però alla cosa più semplice, più tecnica e meno politica: se dai a Paesi diversi la stessa moneta aumenti il divario e non lo diminuisci. Gli studi sull'argomento sono tanti e di ogni tendenza, segno che non si tratta di un'opinione, come la legge di gravità non lo è, ma, appunto di una legge economica; che può essere contraddetta a determinate condizioni che sono, queste si, politiche: vanno fatte delle scelte per graduare, mitigare o addirittura invertire quello che NATURALMENTE avverrebbe allo stato brado.

  Se a qualcuno interessa, la letteratura in proposito è ricca, suggerisco come ottima sintesi "Il tramonto dell'euro" di A. Bagnai.

  Ma per farla semplice basta un esempio: come mai ciclisti diversi usano rapporti diversi per fare lo stesso percorso? Perché il cambio è quell'artificio tecnico che STA FRA la forza esercitata dal ciclista, con le sue peculiari caratteristiche biochimiche, e il lavoro da compiere. A nessun direttore tecnico verrebbe in mente di dare alla sua squadra biciclette identiche, sarebbe un suicidio sportivo.

  Ogni Paese ha le sue caratteristiche, sociali, economiche, storiche.

  O li pialliamo.

  O li valorizziamo, ma non con la stessa moneta.

  

  

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