mercoledì 25 dicembre 2013

LA TREGUA

  Aerei persi, poltrone a due piazze, spose e fratelli; in TV la melassa cola appiccicosa. La bontà è d'obbligo.

  Fuori dal sogno è l'incubo di un'algida decomposizione: lavoro che manca, aziende che chiudono, merci estere che chiedono di essere comprate, con denaro straniero che manca...

  I collaborazionisti al governo ci parlano di ripresa: feticcio irraggiungibile in assenza di investimenti pubblici massicci. I tromboni prezzolati cercano di convincerci che non c'è alternativa: il mercato è quella cosa meravigliosa che, in perenne equilibrio, si regola da se; al suo interno ogni merce trova un valore incrociando domanda e offerta.

  Stranamente l'unico bene sottratto a questo millenario equilibrio è quello che, qui in eurozona, serve a denominare il valore delle cose: la moneta. Stando alle regole, ad economia forte dovrebbe corrispondere una moneta forte, da noi forti e deboli hanno lo stesso "passo" ma lunghezza di gambe diverse.

  Ma ci dicono che tutto andrà per il meglio quando avremo riacciuffato la ripresa, per ora incespichiamo rincorrendo una carota in cima ad un palo...

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