Abbiamo perso la guerra.
L'unica dignità conservata la dobbiamo a chi ha combattuto contro il fascismo E per un Paese democratico.
Ma eravamo al di qua della riga tracciata a Yalta.
Quella dignità ci ha concesso di strappare condizioni migliori di altri, e un grande partito di sinistra (d'ora in poi, gps) incarnava quegli ideali.
Ma gli ideali vanno verificati e temprati nel fuoco della lotta, che andava affievolendosi per spegnersi del tutto.
Restavano gli epigoni coi santini in bacheca e la convinzione che era meglio sventolare qualcosa (libertà sessuale, femminismo, ambientalismo, ecc.) non potendo ottenere il potere vero, quello economico.
Nel frattempo il gps subiva il bastone e la carota: bombe contro, fisicamente e ideologicamente, la sua gente e posti aurei per i suoi rampolli; mano libera nelle regioni rosse per riprodurre lo stesso modello economico dei burattinai solo un po' più piacione.
Tramite mani pulite il vero potere fece tabula rasa di quelli che promossero il boom postbellico, cedendo in franchising il nuovo sogno, l'Europa unita, al gps salvato, non per merito ma per mutuo accordo, dallo tsunami.
Intanto l'€urozona cominciava ad accentrare diritti e direttive, ma in compenso si poteva dire di essere gay...
Ora la situazione è chiaramente disperata, il gps non ce la fa più a mettere pezze sorridenti, quel che resta dello stato: apparati, cordate e camarille secondo il mainstream, va sciacquonato via lasciando il campo libero alle meravigliose leggi del mercato globale.
Ma lo Stato non è Renzi coi suoi boys e ballerine, non è il mondo di mezzo, non TAV, MOSE, Expo.
È chi va al lavoro ogni mattina per sempre meno, chi lo cerca e non lo trova, chi vorrebbe una famiglia e non può, chi da pensionato mantiene i figli, chi insegna nelle scuole, chi lavora per la nostra salute, chi tiene in moto la macchina amministrativa.
Chi ha capito dov'è la fregatura e cerca di spiegarlo.
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