sabato 29 marzo 2014

QUANDO I COMICI FANNO POLITICA (NO, NON E' GRILLO)

  Alcuni sanno che sono circa tre anni che, col suo intervento su Sbilanciamoci, un oscuro professore cerca di diffondere l'idea che l'euro produca problemi ai paesi periferici dell'Eurozona e vantaggi ai paesi centrali. Ieri sera Crozza, col suo stile pittoresco ha riesumato il discorso di Napolitano alla Camera nel 1978, discorso riprodotto ne "Il tramonto dell'euro" del professor Bagnai, dove l'allora capogruppo del PCI esprimeva le sue obiezioni all'introduzione del vincolo di cambio fra i paesi dell'unione europea, il cosiddetto SME o serpentone, sostanzialmente per le stesse ragioni.

  Che una banale verità venga esposta in prima serata da un comico essenzialmente allineato col PD (che sfotta Renzi è un tecnica da buffone di corte, basta non mostrare alternative al consenziente re di turno) significa che non può più essere nascosta: il rischio che una miriade di elettori scontenti si rivolga ad altri lidi è troppo forte; concorrenti principali: l'infido 5*, l'utile lista Tsipras, la trottola Lega e l'infame FdI. Senza contare la francese LePen che ha talmente imbroccato la via giusta che persino Bertinotti ne deve convenire.

  Che tali considerazioni siano state sin qui ignorate o derise e, da ultimo, confutate solo perché sostenute da una esigua minoranza eretica senza ambizioni partitiche ma intransigente e informata e che ora ci se n'accorga solo sulla spinta di un'opinione montante benché confusa è il segno della miopia di una sinistra che rimuove i problemi di cui ha dimenticato la soluzione.

  Il PD ha la responsabilità maggiore di tutto ciò, l'aver considerato la sua sinistra un deserto-cuscinetto e la sua destra un universo parallelo lo ha confinato in una mediocrità che, se presa come programma di governo, sta distruggendo la sua base elettorale.

  Come ne uscirà? Dicendo che ce lo chiede non più l'Europa ma Obama?

mercoledì 19 marzo 2014

TOM JOAD

  Nel congedarsi dalla madre per sottrarsi alla legge, dopo un viaggio sfibrante, scacciati da una terra non più loro, alla ricerca di un futuro migliore, promette:

"... io ci sarò sempre, nascosto e dappertutto... dove c'è qualcuno che lotta per dare da mangiare a chi ha fame... dove c'è uno sbirro che picchia qualcuno... sarò negli urli di quelli che si ribellano... e nelle risate dei bambini quando hanno fame e sanno che la minestra è pronta. E quando la nostra gente mangerà le cose che ha coltivato e vivrà nelle case che ha costruito..." (Furore, Steinbeck).

  Questa è la condizione dei diseredati della grande depressione del '29, questo è l'ideale degli euroliberisti di oggi: uno stato di bisogno annichilente che plasmi l'umanità nella sua forma più grezza: una massa di proletari senza forma e progetto prona ai bisogni del capitale.

  Allora se ne uscì col terrore che Marx attecchisse fuori dalla Russia, col buonsenso dei riformisti, con l'attuazione dello stato sociale, con la regolamentazione della finanza e... con una guerra.

  E oggi? Abbiamo inventato qualche millennio fa la scrittura per non dimenticare, quindi non sono i mezzi che mancano.

  Credo che la prossima rivoluzione sarà quella della comunicazione: far giungere la storia ovunque; se poi non starà bene all'1% che ora informa, beh, non si può essere simpatico a tutti!

 

sabato 15 marzo 2014

RELIGIONI

  Non voglio fare il solito veteroilluminista ma quel che si butta dalla porta rientra dalla finestra.

  Viviamo in una società consumista, chi può e chi vorrebbe; edonista, che promette felicità mercantili che non mantiene; libertaria, che si scanna per diritti cosmetici che sarebbero indiscutibili in qualsiasi paese civile, superati lievi ostacoli come disoccupazione, povertà e fame; abbiamo una miriade di canali televisivi che sono cloache di disinformazione; una pletora di partiti che non progettano ma occupano, e chi non ci sta viene smobilitato; l'etica e la morale sono optional relegati alle pagine culturali; la religione si nutre di simboli, sogni e immagini pubblicitarie, ma siamo intelligentemente scettici e ormai anche qui vige il faidaté.

  La potente macchina del consenso che uniformava pensieri ed azioni dei succubi ha cambiato macchinista: siamo passati da una vita grama ma con un paradiso nel futuro ad una vita grama ma una ripresa economica nel futuro.

  Mi spiego solo con questa pervicace credulità nell'incredibile l'acquiescenza dei miei concittadini verso un sistema economico che ha fatto della loro spoliazione il fine ultimo.

  Anche penitenziagite è troppo: penitenza e basta!