giovedì 29 dicembre 2016

I DOLORI DEL GIOVANE JÖRG

  C'è qualcuno che non dorme.
  Pensieri molesti: dove ho sbagliato? Cosa avrei potuto fare?
  Non è senso di colpa, la coscienza s'è inossidabilizzata in decenni di dissimulazioni; piuttosto, rammarico per aver dato tutto: posizione, credibilità, relazioni ad un partner che ora, volubile, non l'apprezza più.
  Chi è? Un amante tradito? Ma no!
  È il komunista più amato sul Potomac.
  Per assecondare i disegni imperiali ha rinunciato alle posizioni del suo partito ed ha contribuito a traghettarlo dall'area della difesa del lavoro a quella degli interessi finanziari; ha svilito il suo Paese, già poco sovrano, rendendolo di fatto una colonia; si è accomodato ad essere il subalterno del viceré teutonico in ottemperanza degli interessi strategici atlantici; inoltre il popolo non l'ha capito votando massicciamente contro il vile progetto; se questo non bastasse, il padrone yankee comincia ad essere insofferente per il mostruoso surplus commerciale tedesco, 75 mld di dollari verso gli USA e 50 mld verso l'Inghilterra.
  Quindi lui, obbediente e ligio verso l'alto, insensibile e determinato verso il basso, si trova a dover rimettere a punto il suo sistema di coordinate valoriali.
Il popolo lo schifa, l'ex premier trombato lo odia, i padroni imperiali lo guardano con insofferenza, oltremanica vivono con fastidio gli attuali equilibri che lui tanto ha contribuito a consolidare.
  Gli unici che potrebbero essere riconoscenti sono Anghelona e co. ma hanno i loro problemi: le banche che scricchiolano, gli ex amici che si incazzano, la povertà che aumenta, la volontà di spremerci ancora un po' (il risparmio di noi formichine italiane fa gola...) e il NO al 60%.
  Insomma forse una casetta in Mecklenburg-Vorpommern a Neapolitanischen gliela rimedieranno, purché segua l'esempio di Ratzinger.

giovedì 22 dicembre 2016

QUINTUM NON DATUR

   Puoi essere contrario all'euro perché liberale, keynesiano o marxista.

   O favorevole perché ti conviene.
 

mercoledì 21 dicembre 2016

RESETTARE PER PIACERE

  Un paio di settimane sono passate, poco più.
 
  Le analisi a caldo e a tiepido, quelle elastiche, le trionfanti e le mimetiche, le livorose e le vittoriose sono decantate.
 
  Resettare per piacere.
 
  Abbiamo scongiurato per una fortunata congiunzione di consapevolezza (minoritaria), disagio, calcolo vendicativo ma anche crassa supponenza e sciocca sopravvalutazione del proprio potere un micidiale colpo basso.
 
  Non abbiamo vinto.
 
  Abbiamo chiesto al baro di cambiar mazzo, lui ha gettato il vecchio e ne ha scellofanato un altro altrettanto truccato, tanto, pensa -'sti coglioni mica lo capiscono subito- l'importante è durare...
 
  ... ancora un po'... un'altra limata ai risparmi, un'altra mensilità agli appannaggi, un'altra tranche di interessi, un'altra vagonata di valorosi da cedere gratis ai padroni oltralpe: piccolo cabotaggio corsaro all'ombra dei grandi pirati cosmopoliti da cui hanno avuto la patente.

  Abbiamo chiesto non la santificazione di un pezzo di carta ma il rispetto di un contratto sociale.
 
  Non si può fare? Non ci sono alternative? Cazzate!
 
  La maggioranza di questo Paese, senza giornali e TV, senza sicurezza del domani, rinunciando alla salute, raccattando lavoricchi, rimandando la genitorialità (a questo servono gli immigrati: a turare buchi) ha detto che quel contratto sociale è bello e valido.
 
  È ora di pretenderlo.

martedì 20 dicembre 2016

IL CONFRONTO È BELLO

  Se io ho un'idea e tu un'altra, se ci confrontiamo, avremo due idee ugnuno.
Cazzate!
 
  Se io ho un'idea e tu una stronzata, confrontarle mi farà perdere tempo e tranquillità e poi io resterò con la mia idea e tu con la tua stronzata.
Chi decide fra idea e stronzata? I fatti.
 
  Come mai questo pessimismo dialettico?
 
  Sono quattro anni che, fatta una intima e motivata autocritica, liberatoria e gratificante, cerco di indurre lo stesso processo in chi mi capita di avvicinare.
Fatica improba: quelli che si convincono e onestamente ammettono i loro precedenti abbagli sono pochissimi e per questo tanto più apprezzabili; poi ci sono quelli che impercettibilmente cambiano parere approdando a più documentati lidi ma lo fanno in silenzio imputando questo loro ravvedimento, forse, al mutare dello zodiaco; infine ci sono quelli, i più, che non vogliono capire, per fiducia mal riposta, convenienza, malafede.
 
  Ai fiduciosi piddini è inutile dire -il PD ti sta fregando- come a un credente è inutile dire che il suo dio non esiste, o quanto meno esiste come tutti quegli altri: sguardo stralunato ed anatema! A quelli a cui conviene non puoi chiedere l'atto eroico di rinunciare al culo al caldo, forse quando li metteranno a sedere sul davanzale... Con quelli in malafede non si parla: il tempo che resta da vivere è breve.
 
  Quindi da oggi chiunque difende l'indegno, ripete motivazioni fruste e false, in pratica non vuole-può-sa ascoltare verrà zittito. Si tratta di bonifica ambientale.
 
  Il tempo è poco e la pazienza finita.

lunedì 12 dicembre 2016

CORNER !

  Molti sono indignati per il renzibis tramite Gentiloni.

  Il 60% ha votato NO a diverse cose, esplicite ed implicite:
- no alla modifica costituzionale che trasferiva ulteriore sovranità all'UE e discrezionalità all'esecutivo;
- no alla lunga crisi economica;
- no alle continue bugie degli ultimi governi, la ripresa, la ripartenza, la crescita, ecc.;
- no a Renzi in quanto Renzi;
- no al governo, sperando di meglio posizionarsi in vista delle auspicabili elezioni.


  Il NO non è stata una vittoria decisiva: s'è solo messo in angolo un tiraccio in porta.


  La partita continua, i giocatori sono gli stessi, gli allenatori a Bruxelles, Francoforte e Washington anche.


  I nostri mi paiono un po' disorientati, ci vorrebbe un'assemblea di spogliatoio.


  Intanto il pubblico rumoreggia...