martedì 29 novembre 2016

SOGNI E INCUBI

  Ho un sogno: il Presidente Renzi fa un discorso ufficiale a reti unificate.

  -Concittadine, Concittadini, a poche ore dal voto referendario vi chiedo di dimenticare le contrapposizioni e le asprezze della campagna elettorale, il momento è solenne e merita la massima unità del Paese.
Pertanto per uscire dal ginepraio in cui ci hanno ridotto i costituzionalisti, i tecnici, i giornalisti, i testimonial e i cantautori vi chiedo di ritornare alle parole della guida inarrivabile di questo Paese, colui che da quasi sessantacinque anni rappresenta il popolo italiano come deputato, Presidente della Camera, Presidente della Repubblica per ben due volte, caso unico nella storia repubblicana, e infine senatore a vita
Ebbene il 13-12-1978 il Presidente emerito, allora capogruppo del PCI alla Camera, fece un discorso memorabile (googlare per credere) che spazza ogni incertezza e disinformazione; la sostanza è che il progetto euro-peo contrasta col benessere dei cittadini italiani, con le loro attività economiche e, infine, con la democrazia.
Quindi rifacendomi a tanta esperienza e saggezza vi chiedo di respingere le proposte di modifica referendaria e di salvaguardare in tal modo quel che resta della Costituzione del '48.
Appena superato questo scoglio mi impegno a mondare la legge fondamentale di una macchia incautamente inserita dai miei predecessori e rispondente alle richieste dei poteri esogeni vituperati dal Presidente emerito: il pareggio di bilancio, vero abominio economico e sintomo di schizofrenia giuridica.
Confidando che queste mie parole non vi gettino nello sconforto ma anzi rasserenino il vostro futuro a cui spero di provvedere a lungo e comunque fino a quando mi vorrete, auguro a tutti voi una buona serata con un film di Stanlio e Ollio.-

  Qui mi sveglio e continua l'incubo...

venerdì 25 novembre 2016

BRUNETTA E FASSINO

  Sono sgomento constatando come persone giovani, intelligenti e attive abbiano deciso di votare SI al referendum.

  Come ci si forma un'opinione? Si confronta la realtà con l'esperienza mediata dalla cultura.

  Come si valuta questo referendum? Si analizza la situazione attuale, la si  raffronta con la proposta e si giudica il risultato. Se per me è negativo e per un altro positivo è nelle premesse che vanno cercate le differenze.

  Premessa a) la Costituzione è vecchia, farraginosa, serve più governance per snellire l'iter legislativo e prendere rapidamente le decisioni necessarie;  siamo in un periodo di crisi, dobbiamo tagliare i costi inutili.

  Premessa b) la Costituzione è la legge principale dello stato, va scritta o modificata con la partecipazione di tutte le parti sociali, non da una minoranza numerica assurta a maggioranza grazie alla legge elettorale; la crisi che viviamo da anni non dipende da vizi personali dei cittadini o impedimenti a governare ma dall'attuazione di un modello economico eterodiretto funzionale ad alcuni e dannoso per altri.

  Le due posizioni sono incompatibili e vanno conosciute.

  La Costituzione è vecchia? Sicuramente è adatta ad un paese diverso dall'attuale; le modifiche miglioreranno la governance? Concentreranno le decisioni, o meglio renderanno le ratifiche alle decisioni esogene più rapide; i risparmi sono esigui, altrove si risparmierebbe di più. Le differenze maggiori riguardano l'origine della crisi: è ormai chiaro che l'euro-pa è asimmetrica, l'egemonia tedesca ha plasmato le regole comunitarie a suo esclusivo vantaggio, resta il sogno degli speranzosi di poter modificare la direzione dei binari col treno in corsa: illusione; i tedeschi non vogliono e le modifiche introducono in Costituzione appunto l'osservanza delle direttive euro-pee. Lo strumento di questa asimmetria, che collide col buon senso, con l'interesse di tutti e con le leggi del mercato, è la moneta unica: troppo leggera per i nordici che ne traggono un vantaggio competitivo e troppo pesante per i mediterranei. Piombo nelle ali.

  Qui dobbiamo approfondire: per comprendere cosa è accaduto e liberarci da voli pindarici per conto terzi bisogna affrontare l'argomento tecnicamente: non basta aver visto una corsa automobilistica per saper guidare l'auto. Una moneta è come un metro, fare un passo di un metro è diverso per Brunetta o Fassino, la distanza è la stessa, le gambe no; non è questione di buona volontà. A nessuno verrebbe in mente di far condurre una portantina ai due citati camminatori.

  Poi ci sono quelli che dall'attuale situazione stanno guadagnando...



   

giovedì 3 novembre 2016

ECONOMIA, SOCIOLOGIA, STORIA

  Leggo accorati interventi a favore dell'immigrazione.

  Il sentimento diffuso è la solidarietà per chi è disagiato.

  Gli estensori mostrano umanitarismo catto-sinistrista: stanno male, siamo parte della stessa umanità, siamo più ricchi di loro, dobbiamo condividere ciò che abbiamo.

  Però manifestano anche qualche lacuna economica, sociologica, storica.

  Cominciamo con l'economia, tutto cominciò con la liberalizzazione della circolazione dei capitali, delle merci e delle persone. Che figata: posso andare a Lisbona per il weekend senza restrizioni! Caspita! Al ritorno la ditta ha chiuso e si è trasferita in Romania; potrei fare l'imbianchino come quando studiavo, per arrotondare, ma un africano imbianca a metà prezzo e non ci campo, d'altronde l'africano è scappato dalla fame conseguente all'esproprio del suo campicello ad opera di una qualche entità economica sovranazionale, magari la stessa che mi dava da lavorare qui...

  Integrare un immigrato fra cento autoctoni volenterosi è semplice, integrarne mille fra centomila diventa un ghetto: la quantità è qualità e qui siamo alla sociologia.


  Se avessimo più memoria o quel giorno fossimo stati in classe ci ricorderemmo dei Goti e di Adrianopoli: le immigrazioni o le gestiamo o ci travolgono; e anche la storia è servita.


  Vi pare drastico?


  Quando non esisteremo più come consesso civile perché incattiviti ci guarderemo in cagnesco odiando chi sta meglio perché sta meglio e chi sta peggio perché ci toglie qualcosa pensate che vorremo ancora aiutare qualcuno?


  Intanto la solita entità economica starà estraendo tutto il valore possibile dal nostro povero lavoro e da quello del povero africano.

mercoledì 2 novembre 2016

LA FUNE IMMAGINARIA

  Immaginate di trovarvi in un bel campo erboso con al centro una pianta isolata, quercia, olmo, pino, faggio o frassino è lo stesso; se avete poca dimestichezza con le piante potete immaginare anche un palo del telefono... poi immaginate di procurarvi una fune che legherete fermamente alla pianta, l'altro capo ve lo legherete in vita, la lunghezza sia tale che non ci siano ostacoli fra voi e la pianta quando la fune sia tesa. Ora cominciate a camminare, il senso, orario o antiorario non conta, percorrerete un tragitto circolare, ma attenzione: ad ogni giro la fune si avvolgerà al tronco, la fune si accorcerà e voi camminerete sempre di meno percorrendo una spirale che si ridurrà progressivamente. Alla fine vi troverete con la fune completamente avvolta e voi aderenti al tronco. Immobilizzati.

   Questa è la politica economica dell'austerità imposta dall'euro-pa: da trent'anni lo stato spende meno di quanto incassa in tasse, questo porta alla morte del Paese.


   Meglio non avere immaginazione o votare NO?


   (Sappiate che la riforma costituzionale proposta sancisce quella politica economica)