A lacrime ed inchiostro ancora fluenti, rischiando di annegarvi dentro, mi preme qualche considerazione.
Cosa ha trasformato una foto che propone un dramma quotidiano, diffuso ma spesso ignorato, nell'icona dell'orrore? Altre immagini, altrettanto se non più macabre provenienti da altri inferni, hanno a stento qualche visibilità, bisogna andarle a cercare.
Cosa distingue questa foto dalle altre? Sfidando dolore e pietà guardiamo quell'immagine. Cosa vediamo?
Il corpicino di un bimbo ben vestito che non presenta lesioni o mutilazioni, non è deturpato dalla violenza dell'acciaio o del piombo e nemmeno dai calcinacci. Gli abitini sono dignitosi, niente a che fare coi cenci sanguinolenti che ricoprono altri poveri corpi. Le scarpine, entrambe indossate, mostrano l'amore e la cura dei genitori e anche il loro tenore di vita. Quel bimbo potrebbe essere il figlio del vicino di ombrellone che ha smarrito la vita sulla battigia di Rimini o Viareggio. In quel bimbo ognuno può riconoscere i propri figli o nipoti, quindi è nostro. Se è nostro, maggiore è il dolore e la partecipazione. Il coinvolgimento emotivo annulla ogni altra considerazione. L'identificazione con la vittima è completa e questo porta con sé l'immedesimarsi acriticamente nel dramma dei fuggiaschi. Loro sono le vittime, noi stiamo bene e per questo dobbiamo accettarli scontando la nostra colpa di essere vivi e in salute.
Ma è cosi? Ogni vittima presuppone un carnefice il quale o è un bruto senza cervello o un boia prezzolato. Lasciamo stare i bruti, i boia chi li paga? Chi ha emesso una condanna contro questa e le altre vittime? Dove i patiboli? Quali le motivazioni della sentenza? Ma soprattutto è stata emessa in mio nome?
Quel bimbo ci assomiglia; ecco perché lui e non le altre migliaia di vittime è stato scelto per originare fiumi di lacrime e inchiostro.
Una vecchia canzone di De André chiedeva: -com'è che non riesci più a volare.- il suo protagonista si era spento nell'abitudine della quotidianità.
sabato 5 settembre 2015
venerdì 17 luglio 2015
LE MURA DI TROIKA
Dobbiamo essere grati a Tsipras.
S'è schiantato contro le mura di Troika e il fragore ha svegliato i dormienti; come il suono fastidioso della sveglia li strappa dai sogni e li getta nel duro agone quotidiano.
Devo confessare che fin quasi all'ultimo ho sperato che Tsipras fosse falso e infido: che si volesse far buttar fuori per liberare il suo popolo e darne la colpa ai burocrati teutoni. Invece no. È proprio un onest'uomo un po' stolido che voleva fino all'ultimo convincere la controparte che le cose potessero essere fatte in modo diverso.
Io speravo che un'infamia ci salvasse, voi siete stati traditi dall'ingenuità.
Benvenuti fra noi.
S'è schiantato contro le mura di Troika e il fragore ha svegliato i dormienti; come il suono fastidioso della sveglia li strappa dai sogni e li getta nel duro agone quotidiano.
Devo confessare che fin quasi all'ultimo ho sperato che Tsipras fosse falso e infido: che si volesse far buttar fuori per liberare il suo popolo e darne la colpa ai burocrati teutoni. Invece no. È proprio un onest'uomo un po' stolido che voleva fino all'ultimo convincere la controparte che le cose potessero essere fatte in modo diverso.
Io speravo che un'infamia ci salvasse, voi siete stati traditi dall'ingenuità.
Benvenuti fra noi.
martedì 2 giugno 2015
CONSIDERAZIONI ERETICHE
Gli ultimi decenni hanno visto una progressiva disgregazione della società uscita dalla guerra, innervata dalla Costituzione, in equilibrio fra i due blocchi.
Ora di blocco ce n'è uno e in questa egemonia noi, paese ma anche Europa, siamo meno blanditi; la conseguenza è il superamento dei principi costituzionali, meno tollerabili; l'assalto ai nostri asset pubblici, figli del compromesso keynesiano postbellico; l'impoverimento di stato e popolazione; l'appalto al paese centrale della guida economica del continente, secondo la sua natura e le sue regole. Con queste premesse il superstite blocco spazia incontrastato recuperando quanto concesso sotto la pressione del nemico che fu. Se le cose stessero così ci sarebbe da chiedersi: -ma gli conviene una depressione economica prolungata che falcidia produzione, consumi, utili e consenso?- Ma le cose sono più complicate: di blocchi ne sta sorgendo un altro, i BRICS, che si sta strutturando finanziariamente, economicamente è aggressivo, militarmente sempre più visibile (l'affaire Grecia-FMI-Putin non dice nulla?).
Quindi? A noi europei converrebbe una politica di non allineamento, un'equidistanza che è difficilmente raggiungibile stante l'occupazione militare del nostro territorio e l'omologazione delle nostre classi dirigenti. Dovremmo leggere i fatti violenti che sbocciano sui nostri confini come la creazione di una "cortina di terrore" che ci isola dai possibili, e per progetti definiti, nuovi compagni di strada. Gli statisti (?) europei dovrebbero liberarci da regole e modelli esogeni, il rifiorire delle economie europee porterebbe vantaggi anche ai produttori di jeans americani...
Nel nostro piccolo vediamo che i partiti al potere hanno completamente interiorizzato gli ordini, chi vorrebbe un'alternativa lo fa proponendo altri manovratori in nome di un massimalismo sterile se "buono" livido se "cattivo".
La strada non può che essere un continente libero da uniformità forzose, in cui si collabora con le proprie peculiarità, si cresce con le proprie forze, si commercia ognuno con la propria moneta.
Ma la destra guarda pavlovianamente all'Atlantico, la sinistra insegue l'internazionalismo proletario...
Ora di blocco ce n'è uno e in questa egemonia noi, paese ma anche Europa, siamo meno blanditi; la conseguenza è il superamento dei principi costituzionali, meno tollerabili; l'assalto ai nostri asset pubblici, figli del compromesso keynesiano postbellico; l'impoverimento di stato e popolazione; l'appalto al paese centrale della guida economica del continente, secondo la sua natura e le sue regole. Con queste premesse il superstite blocco spazia incontrastato recuperando quanto concesso sotto la pressione del nemico che fu. Se le cose stessero così ci sarebbe da chiedersi: -ma gli conviene una depressione economica prolungata che falcidia produzione, consumi, utili e consenso?- Ma le cose sono più complicate: di blocchi ne sta sorgendo un altro, i BRICS, che si sta strutturando finanziariamente, economicamente è aggressivo, militarmente sempre più visibile (l'affaire Grecia-FMI-Putin non dice nulla?).
Quindi? A noi europei converrebbe una politica di non allineamento, un'equidistanza che è difficilmente raggiungibile stante l'occupazione militare del nostro territorio e l'omologazione delle nostre classi dirigenti. Dovremmo leggere i fatti violenti che sbocciano sui nostri confini come la creazione di una "cortina di terrore" che ci isola dai possibili, e per progetti definiti, nuovi compagni di strada. Gli statisti (?) europei dovrebbero liberarci da regole e modelli esogeni, il rifiorire delle economie europee porterebbe vantaggi anche ai produttori di jeans americani...
Nel nostro piccolo vediamo che i partiti al potere hanno completamente interiorizzato gli ordini, chi vorrebbe un'alternativa lo fa proponendo altri manovratori in nome di un massimalismo sterile se "buono" livido se "cattivo".
La strada non può che essere un continente libero da uniformità forzose, in cui si collabora con le proprie peculiarità, si cresce con le proprie forze, si commercia ognuno con la propria moneta.
Ma la destra guarda pavlovianamente all'Atlantico, la sinistra insegue l'internazionalismo proletario...
domenica 17 maggio 2015
ASPETTANDO CRISTO LA TIGRE.
Ieri
sera in un bar del paese c'erano in programma vecchie canzoni
milanesi cantasuonate da un ex compaesano.
Il
pubblico era progressista-chic. Eravamo in pochi a conoscere parole e
musica: Della Mea, Gaber e Jannacci, da ragazzo li ascoltavo, erano gli anni '60. Canzoni
che parlano di disperati, delinquenti o meno non ha importanza: chi è
povero non ha speranza.
Oggi sembra archeologia
ma non lo è: basta sostituire il dialetto lombardo con qualche
lingua esotica e i derelitti, delinquenti o meno, sono gli stessi...
chissà se chi ascoltava avrà colto il nesso...
Poi
l'interprete è passato a cose più note, un paio di Guccini
d'annata: La locomotiva e Un vecchio e un bambino.
Qui le
strofe ruffiane hanno preso il sopravvento; gli ultracinquantenni
presenti intonavano commossi le note parole, musica in consonanza
con le amate emozioni: la ribellione verbale, il gesto eclatante, il
presente angusto, la rivincita ideale, il passato perduto.
Questa
è stata la messa laica. La riproposizione rituale dei miti fondanti,
per ritrovare insieme i se stessi di allora... aspettando Cristo la
tigre?
I miei
coetanei vivono un'inconsapevole sdoppiamento: si commuovono ai sogni
del passato e vivono oggi in un inganno onirico; quei miti sono
consolazioni, non programmi. Eppure non è impossibile accorgersi
delle contraddizioni fra quel che gli dicono e quel che gli tocca
vivere, basterebbe non cercare la risposta nel come credevamo di
essere.
Le
informazioni necessarie sono disponibili, alcune gliele ho suggerite
io. Ma incatenati alle domande di allora cercano oggi risposte
impossibili.
Sono
convinti che, visto che allora si collocavano in qualche partito
progressista, oggi quel partito, o un suo erede, sia ancora
progressista.
Senza
saper usare gli strumenti per discernere il grano dal loglio sono
inchiodati ad una memoria fallace.
mercoledì 11 febbraio 2015
AQUILE E POLLASTRELLE
Trascrivo dai sottotitoli del discorso d'insediamento di Zoe Kostantopoulou nuova Presidente del Parlamento greco. Ogni errore è naturalmente merito mio.
Signore e Signori Deputati, Signore e Signori colleghi, vi parlerò con la sincerità e la chiarezza che si richiede dall'onore e dalla responsabilità che mi avete assegnato ma anche dall'onore e dalla responsabilità della fiducia che hanno assegnato i nostri concittadini a ognuno di noi.
Siamo qui non perché l'ha voluto la sorte ma perché l'abbiamo scelto e perché siamo stati scelti ed eletti dai cittadini di questo paese, dal popolo del nostro paese che è in grande difficoltà e che lotta per dignità, giustizia, uguaglianza, democrazia, libertà. Per valori che sono stati conquistati col sangue, con sacrifici, con lotte, che sono indelebilmente incisi nella storia di questo luogo. Valori che oggi si stanno mettendo in dubbio o vengono ridotti in maniera del tutto disprezzante. Il Parlamento greco non è solo l'istituzione più alta della democrazia del nostro paese. È anche la manifestazione incarnata della sovranità popolare, l'espressione della volontà del popolo e lo scudo dell'indipendenza e della sovranità popolare. La nostra elezione al parlamento non ci promuove in una posizione di potere ma ci pone di fronte a responsabilità. Perché essendo eletti in questa istituzione nazionale, non esistiamo più per noi stessi ma incarniamo la grande forza della democrazia parlamentare di cui ogni potere proviene dal popolo, esiste per il popolo e viene applicato, in linea con la Costituzione, insieme al popolo. Ieri, in una seduta storica del parlamento, sono stati usati per la prima volta nella nostra storia il giuramento sia religioso che politico. Il contenuto del giuramento, qualsiasi dei due modi ognuno di noi abbia scelto, è stata la devozione alla nazione e alla democrazia, il rispetto alla Costituzione e la realizzazione corretta dei nostri doveri e il contenuto di questo giuramento significa molto di più di una pura rassicurazione. Significa che ognuno di noi, attraverso il proprio esempio, le proprie iniziative, la propria partecipazione, ma anche con la propria critica, la propria obiezione, la opposizione attiva, ha il dovere reale di difendere i diritti di ogni singolo individuo che vive in questo paese e che si trova sotto la nostra responsabilità e di garantire la posizione internazionale del nostro paese, che è membro storico e a pieni diritti di vari organismi internazionali ed europei e dell'UE.
Il Parlamento di oggi, il primo dopo l'insediamento dei memorandum e dei pacchetti di austerità, è chiamato, insieme al popolo greco, a scrivere la storia, e a dimostrare che la democrazia e la sovranità popolare continuano ad essere un valore non negoziabile, in Europa e nel mondo e che non sono soggette ad interessi che siano contrari al benessere del popolo.
Voglio ringraziare il premier e il gruppo parlamentare di Syriza che mi hanno onorata con questo ruolo di grande responsabilità e anche il gruppo Greci indipendenti, alleati nel governo, che hanno sostenuto questa scelta. Voglio ringraziare inoltre il presidente uscente del Parlamento che in modo corretto ed istituzionale ha preso l'iniziativa di una procedura sostanziale di consegna e di informazione che ha avuto inizio già dalla settimana scorsa e che avrà seguito. Ringrazio però anche il vice-presidente che ha svolto e presidiato con responsabilità e successo la seduta storica di ieri e anche quella di oggi; ringrazio inoltre gli altri gruppi parlamentari che hanno votato a favore della mia elezione.
La partecipazione globale di queste sedute iniziali deve essere il nostro impegno comune per un nuovo paradigma di un nuovo parlamento vivo ed attivo che lavora, legifera, controlla e ottiene il riconoscimento ed il rispetto della società civile, con i deputati attivi strumenti della democrazia parlamentare e non meri attori di applausi per decisioni del governo o dell'opposizione; con le Commissioni luoghi di procedure sostanziali di legislazione, aperte alla società e di miglioramento per i decreti presentati, con l'incoraggiamento e l'ampliamento della partecipazione popolare, attraverso il rafforzamento dell'attività legislativa e l'invito e l'audizione di comitati e di attori cittadini e anche attraverso nuove procedure e processi per azione legislativa e controllo governativo da parte della società civile per le quali saranno proposte modifiche al Regolamento del Parlamento. Nel Parlamento di questa legislatura dovrà funzionare il controllo parlamentare che non è soltanto uno strumento dell'opposizione parlamentare ma è anche uno strumento di controllo sociale sull'operato del governo. E sono certa che il primo a garantire questo sarà il Premier e i Ministri, che dovranno presenziare ai lavori e rispondere alle interrogazioni e alle domande di tutti i deputati, ognuno dei quali rappresenta la nazione.
Nel Parlamento di questa legislatura non dovranno essere ripetute forme di abuso degli strumenti legislativi, come ad es. l'uso eccessivo della modalità "d'urgenza" dei decreti e degli emendamenti. Per quanto mi riguarda, nel mio ruolo di Presidente del Parlamento, non saranno accettate richieste d'urgenza di emendamenti fuori tempo massimo o non relativi ai decreti in questione. E nemmeno decreti di centinaia di pagine senza strutturazione o atti legislativi che non siano in linea coi principi della Costituzione. Costituisce mio impegno l'applicazione da parte di questo parlamento dei principi della buona legislazione, così come sono previsti nel diritto Interno nonché in quello extra-legislativo. Confido pienamente che saranno sostenitori di questa linea prima di tutto il governo e i gruppi parlamentari che lo sostengono in rispetto alle battaglie che abbiamo tutti svolto nelle ultime legislature contro queste pratiche e contro emendamenti ad personam che hanno macchiato la nostra storia parlamentare.
Costituisce mio impegno la protezione della dignità dei dipendenti del parlamento contro pratiche di ingiustizia e di mancanza di meritocrazia ma anche contro la loro demonizzazione pur di attivare automatismi sociali. I dipendenti del parlamento non sono i capri espiatori di nessun potere e devono lavorare in un ambiente che garantisce loro rispetto e riconoscimento del loro operato in modo meritocratico e trasparente e con regole che saranno conosciute e rispettate da tutti. Di rispetto tuttavia sono degni anche tutti i deputati, nello svolgimento del loro dovere che dovrà essere loro facilitato attraverso condizioni dignitose di lavoro all'interno del parlamento. Farò un esempio di esperienza personale relativo alla Commissione sulla vicenda di altissima importanza della lista Lagarde: per sei mesi i deputati di Syriza e non solo hanno partecipato a questa Commissione dalla mattina alla notte senza la disponibilità di un luogo dedicato per le sedute e nemmeno uno per il deposito delle migliaia di documenti relativi. I nostri collaboratori ci aspettavano per ore infinite sulla scalinata fuori dalle aule. Nello stesso modo i parlamentari vengono invitati a contribuire alla immensa responsabilità del loro lavoro di legislatori e controllori dell'operato del governo. Allo stesso momento, gran parte del palazzo del parlamento è presidiato da persone che non hanno nessun ruolo e mandato a legiferare. Voglio essere chiara, la priorità di questa legislatura sarà quella di garantire i presupposti che permetteranno a tutti i deputati di studiare i decreti, prepararsi a partecipare in modo uguale ed attivo all'azione parlamentare. E questo sarà un criterio per la scelta della distribuzione dei luoghi di lavoro all'interno del parlamento e per la tempistica degli atti parlamentari che garantirà il funzionamento democratico dell'azione parlamentare.
Arrivo ora alla questione di trasparenza. Il Parlamento non può essere una lavatrice di scandali o un cimitero di reati penali. L'esame dei casi che sono trasmessi dalla magistratura al Parlamento e che rimangono nei cassetti per mesi o anche per anni, senza nemmeno venir discussi, è un obbligo democratico basilare. Mi rivolgo a TUTTI i parlamentari, in quanto portavoce del popolo, e vi invito a contribuire allo scopo di porre fine a questa situazione vergognosa di trattamento privilegiato verso alcuni, fenomeno che ha pesantemente infestato la reputazione del parlamento greco. È indispensabile che il parlamento garantisca, sia attraverso le Commissioni relative esistenti sia con la costituzione di altri organi necessari con la relativa modifica del Regolamento, la legalità, la trasparenza e l'esame di tutti i casi in sospeso chiunque sia la persona coinvolta, sia che si tratti di personaggi politici, parlamentari o governativi che di rappresentanti di interessi finanziari o di corruttori imprenditoriali, come ad es. nel caso della SIEMENS o degli armamenti. Non dobbiamo inoltre scordare che questioni del genere riguardano anche impegni internazionali di altri paesi, in linea con i regolamenti internazionali contro la corruzione, e che il nostro paese non è rimasto privo di strumenti legali per ridare legalità e verità, nonché per rilevare reati. Questi regolamenti e obblighi internazionali li conoscono anche i membri di governi di altri paesi ed è dunque infondata la dichiarazione di ieri del Ministro tedesco di Economia e Finanza che ha dichiarato che ogni paese pensa solo e soltanto ai propri affari. Il nostro paese e il nostro popolo sono stati vittime di corruzione di alto livello e di larga estensione che non si delimitano soltanto all'interno delle nostre frontiere nazionali. È un obbligo anche di tutti i paesi europei quello di contribuire a ripulire le situazioni COLLETTIVE della nostra casa europea.
A livello di trasparenza, il messaggio di un'informazione globale, qualitativa ed obiettiva deve essere trasmesso dal canale televisivo del parlamento. Allo stesso momento è di importanza vitale l'accesso dei cittadini all'informazione globale sull'attività parlamentare la quale è massiccia ma anche sottovalutata per via di pratiche che mettono la priorità a operati extra-parlamentari rispetto a quelli dell'azione politica. Dalla parte del parlamento ci sarà organizzazione e strutturazione dell'informazione ufficiale e spero che questo aprirà una nuova pagina dell'informazione parlamentare.
Ora passo all'attività più cruciale della precedente legislatura per la quale tutti deputati di quella legislatura possiamo essere fieri: la costituzione della Commissione per la rivendicazione dei rimborsi dalla Germania (NdT: relativamente ai danni della II Guerra Mondiale). Dopo l'iniziativa di Manolis Glezos e del gruppo parlamentare di Syriza, ma anche con la decisione unanime di TUTTI i gruppi parlamentari, è stata costituita questa Commissione e ha lavorato in modo eccellente ma non ha potuto completare il suo operato per via delle elezioni anticipate. In questa nuova legislatura questa Commissione per i rimborsi tedeschi sarà formata di nuovo e in tempi velocissimi le sarà dato valore ulteriore per poter rivendicare, con il nostro dovere parlamentare, in modo efficiente il nostro credito morale, storico ed economico relativamente vittime delle atrocità naziste, alle catastrofi nazionali, alla restituzione del prestito forzoso dei tempi di guerra e dell'occupazione e per la restituzione dei nostri tesori archeologici rubati. Come Presidente, mi assumerò la responsabilità e intraprenderò tutte le iniziative necessarie affinché questo debito, che sopravvive da oltre 70 anni, venga rimborsato. Sarà un piacere ed un onore se contribuiranno a questo obiettivo storico tutti i gruppi parlamentari. Iniziative simili saranno intraprese per un contributo attivo e sostanzioso da parte del Parlamento greco alla promozione della richiesta per la cancellazione di grande parte del debito e per lo sviluppo e il superamento della crisi umanitaria che sta colpendo il nostro popolo e per il suo sollievo. La diplomazia parlamentare non è una procedura fine a sé stessa, è uno strumento prezioso che deve essere attivato sia al livello della presidenza del parlamento che a quello delle Commissioni su affari internazionali ed amicizie con altre nazioni alle quali partecipano tutti i deputati in modo tale che la richiesta dello stato greco di una risoluzione giusta per il nostro popolo, di diminuzione del debito e di moratoria di pagamenti di rate, diventerà una campagna parlamentare attiva che sarà basata sull'informazione degli altri parlamenti ed anche dei popoli europei che già si attivano con solidarietà verso il nostro popolo.
Il Parlamento dovrà anche essere ricollegato con la Cultura, con la Scuola e con i giovani ed a questo scopo ci sarà attivazione dell'operato del Parlamento. A proposito di giovani mi sento in obbligo di ricordare che circa 100.000 ragazze e ragazzi diciottenni non hanno votato alle ultime elezioni anche se ne avevano il diritto. Questo non può essere ripetuto! I deputati di questo Parlamento rappresentano anche questi cittadini e dobbiamo garantire che i più giovani elettori non saranno mai più esclusi dal processo elettorale.
Signore e Signori Deputati, Signore e Signori colleghi, in questa aula ci sono persone che iniziano ora per la prima volta questo bel viaggio e grande missione e ci sono persone che vi avevano già partecipato, da ognuno di noi dipende se riusciremo a scrivere le pagine più importanti e più preziose della storia parlamentare contemporanea in queste circostanze in cui la società pone le sue speranze su di noi ma anche si attiva e si movimenta avanzando richieste. La storia viene scritta dai popoli quando essi sperano, mettono in dubbio, lottano, pretendono. La storia viene scritta anche dalle forze politiche e dai rappresentanti del popolo, dai parlamenti quando sono all'altezza delle loro responsabilità e si ergono come un muro a difesa della società civile. I riflessi democratici del nostro popolo sono attivi e si esprimono sempre più chiaramente, con riferimenti cristallini alle lotte storiche del nostro popolo, della resistenza nazionale, della sinistra, del movimento studentesco, della lotta contro la dittatura, dei movimenti sociali. Sempre più persone si accorgono di non voler vivere la propria vita da sudditi e nemmeno lasciare ai propri figli l'eredità di una nuova schiavitù finanziaria. Le persone sono tornate a sorridere negli ultimi giorni, riacquisiscono la loro tenacia, la loro autostima, la loro dignità, pretendono di far parte della Storia e non essere meri spettatori, si radunano nelle piazze manifestando per valori umani, come anno fatto ieri sera migliaia di cittadini di Atene ma anche in altre capitali europee. L'Europa intera, il globo intero sta guardando la Grecia con speranza. Perché sanno che il riconoscimento della giustizia e il sollievo del popolo greco sarà una vittoria delle persone contro i regimi finanziari e le nuove dittature delle banche e dei mercati che mirano a sostituire la democrazia. Il Parlamento greco, di fronte alle provocazioni storiche, che abbia come guida l'articolo concludente della Costituzione: l'articolo 120, che dice oggi la stessa cosa che diceva prima l'articolo 114, che era stato guida alle lotte democratiche del passato: Il rispetto alla Costituzione e alle leggi che siano in linea con essa e la devozione alla nazione e alla democrazia costituiscono un dovere fondamentale di tutti i cittadini greci. L'osservanza della Costituzione viene assegnata all'amore per la patria dei cittadini greci che hanno il diritti e il DOVERE di resistere con ogni mezzo contro chiunque tenda a sopprimerla con la forza. Questo patriottismo costituzionale, istituzionale e democratico, del quale è storicamente ricca la società greca, e il quale è COSTITUZIONALMENTE garantito al parlamento greco, che sappia che lo dovrà affrontare chiunque possa tentare di ricattare il nostro popolo e di sopprimere la democrazie nel nostro paese. Vi ringrazio.
Signore e Signori Deputati, Signore e Signori colleghi, vi parlerò con la sincerità e la chiarezza che si richiede dall'onore e dalla responsabilità che mi avete assegnato ma anche dall'onore e dalla responsabilità della fiducia che hanno assegnato i nostri concittadini a ognuno di noi.
Siamo qui non perché l'ha voluto la sorte ma perché l'abbiamo scelto e perché siamo stati scelti ed eletti dai cittadini di questo paese, dal popolo del nostro paese che è in grande difficoltà e che lotta per dignità, giustizia, uguaglianza, democrazia, libertà. Per valori che sono stati conquistati col sangue, con sacrifici, con lotte, che sono indelebilmente incisi nella storia di questo luogo. Valori che oggi si stanno mettendo in dubbio o vengono ridotti in maniera del tutto disprezzante. Il Parlamento greco non è solo l'istituzione più alta della democrazia del nostro paese. È anche la manifestazione incarnata della sovranità popolare, l'espressione della volontà del popolo e lo scudo dell'indipendenza e della sovranità popolare. La nostra elezione al parlamento non ci promuove in una posizione di potere ma ci pone di fronte a responsabilità. Perché essendo eletti in questa istituzione nazionale, non esistiamo più per noi stessi ma incarniamo la grande forza della democrazia parlamentare di cui ogni potere proviene dal popolo, esiste per il popolo e viene applicato, in linea con la Costituzione, insieme al popolo. Ieri, in una seduta storica del parlamento, sono stati usati per la prima volta nella nostra storia il giuramento sia religioso che politico. Il contenuto del giuramento, qualsiasi dei due modi ognuno di noi abbia scelto, è stata la devozione alla nazione e alla democrazia, il rispetto alla Costituzione e la realizzazione corretta dei nostri doveri e il contenuto di questo giuramento significa molto di più di una pura rassicurazione. Significa che ognuno di noi, attraverso il proprio esempio, le proprie iniziative, la propria partecipazione, ma anche con la propria critica, la propria obiezione, la opposizione attiva, ha il dovere reale di difendere i diritti di ogni singolo individuo che vive in questo paese e che si trova sotto la nostra responsabilità e di garantire la posizione internazionale del nostro paese, che è membro storico e a pieni diritti di vari organismi internazionali ed europei e dell'UE.
Il Parlamento di oggi, il primo dopo l'insediamento dei memorandum e dei pacchetti di austerità, è chiamato, insieme al popolo greco, a scrivere la storia, e a dimostrare che la democrazia e la sovranità popolare continuano ad essere un valore non negoziabile, in Europa e nel mondo e che non sono soggette ad interessi che siano contrari al benessere del popolo.
Voglio ringraziare il premier e il gruppo parlamentare di Syriza che mi hanno onorata con questo ruolo di grande responsabilità e anche il gruppo Greci indipendenti, alleati nel governo, che hanno sostenuto questa scelta. Voglio ringraziare inoltre il presidente uscente del Parlamento che in modo corretto ed istituzionale ha preso l'iniziativa di una procedura sostanziale di consegna e di informazione che ha avuto inizio già dalla settimana scorsa e che avrà seguito. Ringrazio però anche il vice-presidente che ha svolto e presidiato con responsabilità e successo la seduta storica di ieri e anche quella di oggi; ringrazio inoltre gli altri gruppi parlamentari che hanno votato a favore della mia elezione.
La partecipazione globale di queste sedute iniziali deve essere il nostro impegno comune per un nuovo paradigma di un nuovo parlamento vivo ed attivo che lavora, legifera, controlla e ottiene il riconoscimento ed il rispetto della società civile, con i deputati attivi strumenti della democrazia parlamentare e non meri attori di applausi per decisioni del governo o dell'opposizione; con le Commissioni luoghi di procedure sostanziali di legislazione, aperte alla società e di miglioramento per i decreti presentati, con l'incoraggiamento e l'ampliamento della partecipazione popolare, attraverso il rafforzamento dell'attività legislativa e l'invito e l'audizione di comitati e di attori cittadini e anche attraverso nuove procedure e processi per azione legislativa e controllo governativo da parte della società civile per le quali saranno proposte modifiche al Regolamento del Parlamento. Nel Parlamento di questa legislatura dovrà funzionare il controllo parlamentare che non è soltanto uno strumento dell'opposizione parlamentare ma è anche uno strumento di controllo sociale sull'operato del governo. E sono certa che il primo a garantire questo sarà il Premier e i Ministri, che dovranno presenziare ai lavori e rispondere alle interrogazioni e alle domande di tutti i deputati, ognuno dei quali rappresenta la nazione.
Nel Parlamento di questa legislatura non dovranno essere ripetute forme di abuso degli strumenti legislativi, come ad es. l'uso eccessivo della modalità "d'urgenza" dei decreti e degli emendamenti. Per quanto mi riguarda, nel mio ruolo di Presidente del Parlamento, non saranno accettate richieste d'urgenza di emendamenti fuori tempo massimo o non relativi ai decreti in questione. E nemmeno decreti di centinaia di pagine senza strutturazione o atti legislativi che non siano in linea coi principi della Costituzione. Costituisce mio impegno l'applicazione da parte di questo parlamento dei principi della buona legislazione, così come sono previsti nel diritto Interno nonché in quello extra-legislativo. Confido pienamente che saranno sostenitori di questa linea prima di tutto il governo e i gruppi parlamentari che lo sostengono in rispetto alle battaglie che abbiamo tutti svolto nelle ultime legislature contro queste pratiche e contro emendamenti ad personam che hanno macchiato la nostra storia parlamentare.
Costituisce mio impegno la protezione della dignità dei dipendenti del parlamento contro pratiche di ingiustizia e di mancanza di meritocrazia ma anche contro la loro demonizzazione pur di attivare automatismi sociali. I dipendenti del parlamento non sono i capri espiatori di nessun potere e devono lavorare in un ambiente che garantisce loro rispetto e riconoscimento del loro operato in modo meritocratico e trasparente e con regole che saranno conosciute e rispettate da tutti. Di rispetto tuttavia sono degni anche tutti i deputati, nello svolgimento del loro dovere che dovrà essere loro facilitato attraverso condizioni dignitose di lavoro all'interno del parlamento. Farò un esempio di esperienza personale relativo alla Commissione sulla vicenda di altissima importanza della lista Lagarde: per sei mesi i deputati di Syriza e non solo hanno partecipato a questa Commissione dalla mattina alla notte senza la disponibilità di un luogo dedicato per le sedute e nemmeno uno per il deposito delle migliaia di documenti relativi. I nostri collaboratori ci aspettavano per ore infinite sulla scalinata fuori dalle aule. Nello stesso modo i parlamentari vengono invitati a contribuire alla immensa responsabilità del loro lavoro di legislatori e controllori dell'operato del governo. Allo stesso momento, gran parte del palazzo del parlamento è presidiato da persone che non hanno nessun ruolo e mandato a legiferare. Voglio essere chiara, la priorità di questa legislatura sarà quella di garantire i presupposti che permetteranno a tutti i deputati di studiare i decreti, prepararsi a partecipare in modo uguale ed attivo all'azione parlamentare. E questo sarà un criterio per la scelta della distribuzione dei luoghi di lavoro all'interno del parlamento e per la tempistica degli atti parlamentari che garantirà il funzionamento democratico dell'azione parlamentare.
Arrivo ora alla questione di trasparenza. Il Parlamento non può essere una lavatrice di scandali o un cimitero di reati penali. L'esame dei casi che sono trasmessi dalla magistratura al Parlamento e che rimangono nei cassetti per mesi o anche per anni, senza nemmeno venir discussi, è un obbligo democratico basilare. Mi rivolgo a TUTTI i parlamentari, in quanto portavoce del popolo, e vi invito a contribuire allo scopo di porre fine a questa situazione vergognosa di trattamento privilegiato verso alcuni, fenomeno che ha pesantemente infestato la reputazione del parlamento greco. È indispensabile che il parlamento garantisca, sia attraverso le Commissioni relative esistenti sia con la costituzione di altri organi necessari con la relativa modifica del Regolamento, la legalità, la trasparenza e l'esame di tutti i casi in sospeso chiunque sia la persona coinvolta, sia che si tratti di personaggi politici, parlamentari o governativi che di rappresentanti di interessi finanziari o di corruttori imprenditoriali, come ad es. nel caso della SIEMENS o degli armamenti. Non dobbiamo inoltre scordare che questioni del genere riguardano anche impegni internazionali di altri paesi, in linea con i regolamenti internazionali contro la corruzione, e che il nostro paese non è rimasto privo di strumenti legali per ridare legalità e verità, nonché per rilevare reati. Questi regolamenti e obblighi internazionali li conoscono anche i membri di governi di altri paesi ed è dunque infondata la dichiarazione di ieri del Ministro tedesco di Economia e Finanza che ha dichiarato che ogni paese pensa solo e soltanto ai propri affari. Il nostro paese e il nostro popolo sono stati vittime di corruzione di alto livello e di larga estensione che non si delimitano soltanto all'interno delle nostre frontiere nazionali. È un obbligo anche di tutti i paesi europei quello di contribuire a ripulire le situazioni COLLETTIVE della nostra casa europea.
A livello di trasparenza, il messaggio di un'informazione globale, qualitativa ed obiettiva deve essere trasmesso dal canale televisivo del parlamento. Allo stesso momento è di importanza vitale l'accesso dei cittadini all'informazione globale sull'attività parlamentare la quale è massiccia ma anche sottovalutata per via di pratiche che mettono la priorità a operati extra-parlamentari rispetto a quelli dell'azione politica. Dalla parte del parlamento ci sarà organizzazione e strutturazione dell'informazione ufficiale e spero che questo aprirà una nuova pagina dell'informazione parlamentare.
Ora passo all'attività più cruciale della precedente legislatura per la quale tutti deputati di quella legislatura possiamo essere fieri: la costituzione della Commissione per la rivendicazione dei rimborsi dalla Germania (NdT: relativamente ai danni della II Guerra Mondiale). Dopo l'iniziativa di Manolis Glezos e del gruppo parlamentare di Syriza, ma anche con la decisione unanime di TUTTI i gruppi parlamentari, è stata costituita questa Commissione e ha lavorato in modo eccellente ma non ha potuto completare il suo operato per via delle elezioni anticipate. In questa nuova legislatura questa Commissione per i rimborsi tedeschi sarà formata di nuovo e in tempi velocissimi le sarà dato valore ulteriore per poter rivendicare, con il nostro dovere parlamentare, in modo efficiente il nostro credito morale, storico ed economico relativamente vittime delle atrocità naziste, alle catastrofi nazionali, alla restituzione del prestito forzoso dei tempi di guerra e dell'occupazione e per la restituzione dei nostri tesori archeologici rubati. Come Presidente, mi assumerò la responsabilità e intraprenderò tutte le iniziative necessarie affinché questo debito, che sopravvive da oltre 70 anni, venga rimborsato. Sarà un piacere ed un onore se contribuiranno a questo obiettivo storico tutti i gruppi parlamentari. Iniziative simili saranno intraprese per un contributo attivo e sostanzioso da parte del Parlamento greco alla promozione della richiesta per la cancellazione di grande parte del debito e per lo sviluppo e il superamento della crisi umanitaria che sta colpendo il nostro popolo e per il suo sollievo. La diplomazia parlamentare non è una procedura fine a sé stessa, è uno strumento prezioso che deve essere attivato sia al livello della presidenza del parlamento che a quello delle Commissioni su affari internazionali ed amicizie con altre nazioni alle quali partecipano tutti i deputati in modo tale che la richiesta dello stato greco di una risoluzione giusta per il nostro popolo, di diminuzione del debito e di moratoria di pagamenti di rate, diventerà una campagna parlamentare attiva che sarà basata sull'informazione degli altri parlamenti ed anche dei popoli europei che già si attivano con solidarietà verso il nostro popolo.
Il Parlamento dovrà anche essere ricollegato con la Cultura, con la Scuola e con i giovani ed a questo scopo ci sarà attivazione dell'operato del Parlamento. A proposito di giovani mi sento in obbligo di ricordare che circa 100.000 ragazze e ragazzi diciottenni non hanno votato alle ultime elezioni anche se ne avevano il diritto. Questo non può essere ripetuto! I deputati di questo Parlamento rappresentano anche questi cittadini e dobbiamo garantire che i più giovani elettori non saranno mai più esclusi dal processo elettorale.
Signore e Signori Deputati, Signore e Signori colleghi, in questa aula ci sono persone che iniziano ora per la prima volta questo bel viaggio e grande missione e ci sono persone che vi avevano già partecipato, da ognuno di noi dipende se riusciremo a scrivere le pagine più importanti e più preziose della storia parlamentare contemporanea in queste circostanze in cui la società pone le sue speranze su di noi ma anche si attiva e si movimenta avanzando richieste. La storia viene scritta dai popoli quando essi sperano, mettono in dubbio, lottano, pretendono. La storia viene scritta anche dalle forze politiche e dai rappresentanti del popolo, dai parlamenti quando sono all'altezza delle loro responsabilità e si ergono come un muro a difesa della società civile. I riflessi democratici del nostro popolo sono attivi e si esprimono sempre più chiaramente, con riferimenti cristallini alle lotte storiche del nostro popolo, della resistenza nazionale, della sinistra, del movimento studentesco, della lotta contro la dittatura, dei movimenti sociali. Sempre più persone si accorgono di non voler vivere la propria vita da sudditi e nemmeno lasciare ai propri figli l'eredità di una nuova schiavitù finanziaria. Le persone sono tornate a sorridere negli ultimi giorni, riacquisiscono la loro tenacia, la loro autostima, la loro dignità, pretendono di far parte della Storia e non essere meri spettatori, si radunano nelle piazze manifestando per valori umani, come anno fatto ieri sera migliaia di cittadini di Atene ma anche in altre capitali europee. L'Europa intera, il globo intero sta guardando la Grecia con speranza. Perché sanno che il riconoscimento della giustizia e il sollievo del popolo greco sarà una vittoria delle persone contro i regimi finanziari e le nuove dittature delle banche e dei mercati che mirano a sostituire la democrazia. Il Parlamento greco, di fronte alle provocazioni storiche, che abbia come guida l'articolo concludente della Costituzione: l'articolo 120, che dice oggi la stessa cosa che diceva prima l'articolo 114, che era stato guida alle lotte democratiche del passato: Il rispetto alla Costituzione e alle leggi che siano in linea con essa e la devozione alla nazione e alla democrazia costituiscono un dovere fondamentale di tutti i cittadini greci. L'osservanza della Costituzione viene assegnata all'amore per la patria dei cittadini greci che hanno il diritti e il DOVERE di resistere con ogni mezzo contro chiunque tenda a sopprimerla con la forza. Questo patriottismo costituzionale, istituzionale e democratico, del quale è storicamente ricca la società greca, e il quale è COSTITUZIONALMENTE garantito al parlamento greco, che sappia che lo dovrà affrontare chiunque possa tentare di ricattare il nostro popolo e di sopprimere la democrazie nel nostro paese. Vi ringrazio.
domenica 18 gennaio 2015
DELFINI SPIAGGIATI
Tutti a scuola abbiamo studiato Archimede e Newton anche se oggi pochi ne ricordano gli enunciati, nessuno però si getterebbe in mare con ai piedi dei pattini a rotelle: i princìpi coincidono con l'esperienza.
Ora immaginiamo di essere un gruppo di delfini che nuotano liberi e leggeri in mare aperto, improvvisamente un accidente imprevisto stravolge la nostra volontà e ci spinge sulla battigia dove una forza tremenda ci schiaccia pancia a terra.
I Paesi dell'Europa meridionale sono come quei delfini, schiacciati da forze governate da leggi che ignorano, mentre chi ben le conosce sta banchettando con le loro carcasse immobilizzate.
Chi si trovasse oggi a Radicondoli, alle 18 al Teatro dei Risorti, potrà vedere un film inchiesta su quanto accade in Grecia, il più malmesso di quei delfini, e potrà avere un'idea di quali forze e leggi economiche la stanno spolpando.
Sapere è meglio che sognare.
Ora immaginiamo di essere un gruppo di delfini che nuotano liberi e leggeri in mare aperto, improvvisamente un accidente imprevisto stravolge la nostra volontà e ci spinge sulla battigia dove una forza tremenda ci schiaccia pancia a terra.
I Paesi dell'Europa meridionale sono come quei delfini, schiacciati da forze governate da leggi che ignorano, mentre chi ben le conosce sta banchettando con le loro carcasse immobilizzate.
Chi si trovasse oggi a Radicondoli, alle 18 al Teatro dei Risorti, potrà vedere un film inchiesta su quanto accade in Grecia, il più malmesso di quei delfini, e potrà avere un'idea di quali forze e leggi economiche la stanno spolpando.
Sapere è meglio che sognare.
giovedì 8 gennaio 2015
VITTIME
Dodici, senza immediate colpe.
Ho già vissuto la maggior parte della mia vita e di morti ne ho visti tanti, tutti ingiustificabili, ma qualcuno di più: quelli assassinati. Ci sono i morti causati da uno scoppio d'ira, che se passano sui mass media si arricchiscono di significati. Quelli dovuti a incidenti o malattie delle persone comuni: imprevedibili, uno per uno, ma statisticamente illuminanti (quanti ricchi cadono dai ponteggi o muoiono di dissenteria?).
Poi ci sono gli assassinati, ora altri dodici che si aggiungono alla lunga lista della carne da macello. Siano alla spicciolata, a gruppi o a moltitudini, questi appartengono ad un'altra categoria: sono vittime per volontà di qualcuno. È questo lo scandalo: che si possa volere la morte dei cospecifici per "motivi superiori".
Quali sono i motivi? Che passò per la mente dell'assassino che pianificò Piazza Fontana? O Piazza della Loggia? O la stazione di Bologna? Tutti obbrobri di cui si conosce tutto tranne i mandanti? Beh, io mi ricordo tutto, ricordo lo sgomento e i depistaggi, le bocche mute e le parole pilotate. Parlando dei mandanti Pasolini disse: -Io so.- senza avere le prove, che nessuno riusci a produrre.
Dopo aver vissuto la maggior parte della mia vita posso ricordare il prima, il durante e il dopo; capire cosa è cambiato e a favore di chi; individuare chi ha guadagnato e chi ha perso da una liquidazione singola o collettiva , l'avvantaggiato è il colpevole? Ho tanti indizi ma niente prove. Il terrore può essere realizzato in prima persona, può essere demandato a un corpo separato, può essere favorito tollerando gruppi eversivi, può essere agevolato non bloccando i responsabili prima dell'azione, può essere sbandierato intercettando gli esecutori all'ultimo minuto, può essere soffocato prevenendo in silenzio l'opera omicida.
Che libertà d'azione! Sempre e comunque al fine di "nutrire" l'opinione pubblica per orientarla in vista degli interessi di chi ha ovviamente i mezzi d'orientamento.
Per questo non guardo i TG, la melassa che maschera l'odore della morte non mi attrae. A che scopo chiedermi se l'azione della presunta cellula islamica favorirà l'ascesa della destra xenofoba, se darà al governo i mezzi straordinari per soffocare qualsiasi dissenso, anche quello della destra, se è un monito per orientare la politica estera del governo, se serve a disgregare la coesione sociale oppure a distrarre il pubblico in vista d'altro. È un gioco degli specchi, le immagini si riflettono all'infinito.
Cosa accadrebbe se i governanti dicessero chiaramente ai loro elettori, una categoria mal tollerata oggi, quali sono i termini delle questioni? Se favorissero un dibattito trasparente sulle varie opzioni che ogni popolo ha davanti? Se accettassero di pagare per le loro scelte dissennate?
La lista dei morti è il tributo che l'umanità paga alla sua scarsa memoria e all'avidità del potere, dopo venti o quarant'anni le cose diventano chiare anche a chi non c'era e intanto chi ne ha i mezzi fa i suoi interessi a spese degli smemorati e degli ingenui. Sono ingenuo?
Meglio ingenuo che complice.
Ho già vissuto la maggior parte della mia vita e di morti ne ho visti tanti, tutti ingiustificabili, ma qualcuno di più: quelli assassinati. Ci sono i morti causati da uno scoppio d'ira, che se passano sui mass media si arricchiscono di significati. Quelli dovuti a incidenti o malattie delle persone comuni: imprevedibili, uno per uno, ma statisticamente illuminanti (quanti ricchi cadono dai ponteggi o muoiono di dissenteria?).
Poi ci sono gli assassinati, ora altri dodici che si aggiungono alla lunga lista della carne da macello. Siano alla spicciolata, a gruppi o a moltitudini, questi appartengono ad un'altra categoria: sono vittime per volontà di qualcuno. È questo lo scandalo: che si possa volere la morte dei cospecifici per "motivi superiori".
Quali sono i motivi? Che passò per la mente dell'assassino che pianificò Piazza Fontana? O Piazza della Loggia? O la stazione di Bologna? Tutti obbrobri di cui si conosce tutto tranne i mandanti? Beh, io mi ricordo tutto, ricordo lo sgomento e i depistaggi, le bocche mute e le parole pilotate. Parlando dei mandanti Pasolini disse: -Io so.- senza avere le prove, che nessuno riusci a produrre.
Dopo aver vissuto la maggior parte della mia vita posso ricordare il prima, il durante e il dopo; capire cosa è cambiato e a favore di chi; individuare chi ha guadagnato e chi ha perso da una liquidazione singola o collettiva , l'avvantaggiato è il colpevole? Ho tanti indizi ma niente prove. Il terrore può essere realizzato in prima persona, può essere demandato a un corpo separato, può essere favorito tollerando gruppi eversivi, può essere agevolato non bloccando i responsabili prima dell'azione, può essere sbandierato intercettando gli esecutori all'ultimo minuto, può essere soffocato prevenendo in silenzio l'opera omicida.
Che libertà d'azione! Sempre e comunque al fine di "nutrire" l'opinione pubblica per orientarla in vista degli interessi di chi ha ovviamente i mezzi d'orientamento.
Per questo non guardo i TG, la melassa che maschera l'odore della morte non mi attrae. A che scopo chiedermi se l'azione della presunta cellula islamica favorirà l'ascesa della destra xenofoba, se darà al governo i mezzi straordinari per soffocare qualsiasi dissenso, anche quello della destra, se è un monito per orientare la politica estera del governo, se serve a disgregare la coesione sociale oppure a distrarre il pubblico in vista d'altro. È un gioco degli specchi, le immagini si riflettono all'infinito.
Cosa accadrebbe se i governanti dicessero chiaramente ai loro elettori, una categoria mal tollerata oggi, quali sono i termini delle questioni? Se favorissero un dibattito trasparente sulle varie opzioni che ogni popolo ha davanti? Se accettassero di pagare per le loro scelte dissennate?
La lista dei morti è il tributo che l'umanità paga alla sua scarsa memoria e all'avidità del potere, dopo venti o quarant'anni le cose diventano chiare anche a chi non c'era e intanto chi ne ha i mezzi fa i suoi interessi a spese degli smemorati e degli ingenui. Sono ingenuo?
Meglio ingenuo che complice.
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