In gioventù mi dilettai di fotografia, con una reflex corredata di un 28, un 58 e un 135 immortalai persone e cose, senza passare alla storia. Di un obiettivo non ho mai sentito il bisogno: il macro. Sarà che il significato di cose ed emozioni l'ho sempre cercato su distanze ampie.
Ancora oggi sono infastidito dalla scarsa attenzione che i miei concittadini prestano alla visione d'insieme, panoramica. Quella che ti fa vedere la relazione fra cose lontane nello spazio o, fuori dalla metafora, nel tempo.
E così si infervorano per i vizietti berlusconiani, per l'improntitudine del razzi di turno, per Vermicino, i babypensionati, gli evasori fiscali, gli omofobi, gli asili lager, i dipendenti pubblici, i razzetti di Hamas, l'inglese renziano...
C'è sempre qualche particolare che attrae l'attenzione, che scarica rabbia e frustrazione; basterà rinnovare il parafulmine regolarmente e loro azzereranno il loro potenziale dirompente senza danni per il fabbricato! E qual'è il fabbricato?
Il più grosso trasferimento di risorse, benessere e diritti dalla base votante al vertice insindacabile.
Coglioni, compratevi un grandangolo!